Delega fiscale in dirittura d’arrivo: il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il provvedimento propedeutico alla tanto attesa riforma, con le novità in materia di IRPEF, IRAP, IVA, cuneo fiscale e rendite catastali (senza aumentare le tasse). Fra le norme che interessano le imprese ci sarà una semplificazione IMU, che a tendere sarà interamente versata ai Comuni, mentre si va verso l’eliminazione dell’imposta sugli immobili strumentali, che va invece pagata allo Stato.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ne ha illustrato i pilastri, in conferenza stampa, insieme al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, che ha sottolineato come l’attuale sistema fiscale vada aggiornato in quanto disegnato negli anni 50, e la base di partenza sarà la relazione delle Commissioni parlamentari terminata nei mesi estivi.
Delega per la riforma fiscale
Gli obiettivi della riforma sono una maggiore efficienza del sistema impositivo, la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione, la razionalizzazione del sistema tributario mantenendone la progressività, l’eliminazione dei micro-tributi, la riduzione dell’evasione fiscale. Lo strumento utilizzato è la legge delega: il ddl presentato dal Governo definisce sostanzialmente il quadro dei principali interventi di riforma, che poi saranno attuati da specifici decreti legislativi entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge, ossia dal via libera in Parlamento. Lo stesso premier ha sottolineato che si tratta di una legge delega che appunto contiene principi generali, che andranno poi riempiti di contenuti.
I tempi sono dunque relativamente lunghi: il ddl approvato oggi contiene soltanto i cardini della riforma, che dovrà poi passare al vaglio del Parlamento e tornare successivamente al Governo per l’approvazione dei decreti legislativi. La seconda fase non inizierà quindi prima del 2022, anno durante il quale prenderà l’avvio la riforma vera e propria. Tuttavia, le prime misure potrebbero essere attuare in tempi rapidi, attingendo alle risorse già stanziate dall’ultima Legge di Bilancio per il 2022 ed il 2023.
Riforma IRPEF
Per quanto riguarda i capitoli fondamentali della riforma, sul fronte IRPEF l’obiettivo è quello di abbassare le tasse per i redditi medi e medio bassi, mantenendo la progressività e riducendo le variazioni delle aliquote marginali. Due gli interventi stimati in prospettiva: l’eliminazione o la riduzione del terzo scaglione di reddito per chi guadagna fra 28mila e 55mila euro (attualmente con aliquota IRPEF al 38%) e l’ampliamento della no tax area, ossia la soglia al di sotto della quale non c’è obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi. In realtà, però, per ora non ci sono dettagli su questi punti, il ministro Franco si è limitato a confermare che è prevista la riduzione delle aliquote medie e marginali.
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Riforma IRAP
Verso l’abolizione dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, che almeno in parte dovrebbe confluire nell’IRES. Per la generalità delle imprese più che altro si tratta di una semplificazione (non pagheranno più l’IRAP ma salirà l’imposizione IRES) mentre per le piccole imprese e il lavoro autonomo (non soggetti a IRES) sarebbe un vero e proprio risparmio fiscale. In ogni caso, il ministro Franco ha sottolineato che per ora non c’è la soluzione precisa, solo l’indicazione di arrivare a una soluzione per il progressivo superamento dell’imposta.
Cuneo fiscale
Nella riforma sono previste misure di taglio del cuneo fiscale anche per la parte a carico dei datori di lavoro, dopo aver già alleggerito il carico sui lavoratori. Non si esclude che ci possa essere già una norma nella Legge di Bilancio 2022, che quindi entrerebbe in vigore subito, a inizio 2022.
Riforma Catasto
Per quanto riguarda il discusso capitolo del Catasto c’è in vista la rivalutazione delle rendite, da portare a valori più vicini a quelli di mercato. Draghi ha precisato subito che non è previsto nessun aumento di tasse sugli immobili. Nel ddl è previsto un aggiornamento del sistema di mappatura catastale – immobili non censiti, abusivi o edificabili ma accatastati come agricoli – e criteri aggiuntivi per la descrizione degli immobili. E solo questo richiederà cinque anni, quindi si va al 2026. In realtà, è previsto anche l’aggiornamento dei valori catastali a quelli di mercato, ma anche qui senza alzare le tasse. Eventuali decisioni su modifiche alla tassazione sulla casa non sono state prese.
Altre misure
Sull’IVA sembra difficile ipotizzare un abbassamento dell’imposta sul valore aggiunto, mentre è più probabile che si proceda a un riordino, ossia che cambi l’aliquota per determinati beni o servizi. Il Parlamento mira ad una semplificazione dell’attuale sistema di quattro aliquote (22, 10, 5 e 4%). Ripensare la struttura del tributo e semplificarne la gestione sono le priorità, insieme alla lotta L’evasione IVA è stimata intorno ai 30 miliardi all’anno. IMU: c’è fra le deleghe al Governo la semplificazione dell’IMU. L’imposta sugli immobili strumentali d’impresa, che al momento viene versata allo Stato, diventerà anch’essa comunale.
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Tax expenditure: il riordino delle detrazioni applicabili in dichiarazione, con la NaDEF (Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) che propone di utilizzare le entrate derivanti dalla revisione di imposte ambientali e sussidi ambientalmente dannosi per ridurre altri oneri a carico dei settori produttivi. Prevista anche l’armonizzazione della tassazione del risparmio per “contenere spazi di elusione dell’imposta”. Infine, lotta all’evasione fiscale e fusione tra Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate-riscossione.