I dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni dal 15 ottobre tornano a lavorare in presenza: lo prevede il nuovo DPCM firmato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel frattempo, prende corpo il nuovo CCNL delle funzioni centrali nella PA, per i dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici: dopo il vertice tra ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e sindacati del 22 settembre, si conferma a grandi linee lo schema di contratto fin qui definito, nel quale spiccano alcune novità come le quattro aree di contrattazione (operatori, assistenti, funzionari e alte professionalità) nel pubblico impiego.
Nuova area di contrattazione
In pratica, è prevista la creazione di una nuova area di dipendenti, al di sopra delle tre già esistenti subito sotto la dirigenza: quella delle alte professionalità, dove virtualmente si andrebbero a collocare quelle figure altamente competenti a cui la Riforma della PA contenuta nel PNRR ambisce.
Sono dipendenti con formazione di livello superiore (laurea magistrale) accompagnata da un periodo di esperienza lavorativa pluriennale in funzioni specialistiche e/o di responsabilità, che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali. Dunque, sono in primis le risorse reclutate con contratto a tempo indeterminato per lavorare al PNRR svolgendo funzioni di elevato contenuto professionale e specialistico, coordinando o gestendo processi articolati.
Premi in busta paga
Se l’obiettivo è valorizzare le competenze e l’impegno, lo strumento scelto è il differenziale stipendiale, ossia il nuovo meccanismo premiale che rinnova il tradizionale sistema delle progressioni economiche, prevedendo incrementi fissi mensili sul tabellare, in base ad area di appartenenza e valutazione individuale media negli ultimi tre anni.
Smart Working nella PA con accordo individuale
Per quanto riguarda invece lo smart working, per il quale è in via di definizione la piattaforma informatica dedicata per la gestione degli accordi (che entrerà in funzione una volta a regime, non necessariamente entro l’entrata in vigore del nuovo contratto, previsti da qui a un mese) il lavoro agile acquisisce una propria regolamentazione specifica e soprattutto individuale, in base al quale il lavoro da remoto è:
- attivato per tutti tramite accordo individuale, indipendentemente dal contratto (indeterminato o a termine, a tempo pieno o part-time);
- agevolato per chi ha figli minori di di tre anni, per i disabili gravi e per i caregiver familiari che assistono portatori di handicap in condizioni gravi.
- considerato una modalità alternativa di lavoro solo per una parte dell’orario di lavoro e con le giornate a distanza indicate nell’accordo individuale, da svolgersi entro i confini nazionali (per chi non è distaccato all’estero);
- regolato in tre fasce temporali (operatività, contattabilità e inoperabilità) per garantire il diritto alla disconnessione.
Durante fasce di operatività e contattabilità, il lavoratore potrà fruire di permessi e congedi ordinari, mentre nelle giornate lavorate in modalità agile non sarà possibile effettuare straordinari o trasferte, né lavoro disagiato o svolto in condizioni di rischio. Infine, nell’accordo di smart working deve essere prevista la possibilità di recesso senza preavviso al verificarsi di un giustificato motivo.