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Smart Working, pro e contro: parlano gli statali

di Teresa Barone

23 Settembre 2021 09:30

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Dipendenti pubblici favorevoli al ritorno in presenza sul posto di lavoro voluto per offrire servizi migliori ai cittadini: mancano le relazioni sociali.

La maggioranza dei lavoratori pubblici è favorevole al rientro in presenza e rinuncerebbe volentieri allo Smart Working. Tornare in ufficio, secondo gli statali, significa poter offrire una maggiore qualità dei servizi ai cittadini. Secondo un sondaggio Swg realizzato tra il 15 e il 17 settembre 2021 su un campione di 800 individui, ammonta al 53% la percentuale degli intervistati che apprezza il piano del ritorno in ufficio fortemente voluto dal Ministro Renato Brunetta, che recentemente ha annunciato l’imminente definizione del primo contratto mirato a stabilire regole precise per i pochi che usufruiranno del lavoro agile anche in futuro.

Secondo l’indagine, la maggioranza degli interpellati pensa che lavorare in sede assicuri maggiore produttività e, allo stesso tempo, riduca il senso di isolamento che spesso coinvolge gli Smart Workers. Per il 12% il ritorno al lavoro in presenza non cambierebbe nulla, mentre soltanto per il 19% sarebbe un cambiamento negativo (di questa quota il 41% lavora da casa almeno parzialmente).

Confrontando i dati con le percentuali rilevate a dicembre 2020, si evince un incremento del desiderio di tornare sul posto di lavoro: alla fine dell’anno scorso solo il 33% dei lavoratori preferiva l’ufficio.

Interpellando gli Smart Workers, inoltre, emerge un certo disagio riguardo la qualità delle relazioni sociali, nettamente peggiorate secondo il 40% degli intervistati. I benefici, invece, riguardano la quantità di tempo libero, il livello di produttività, il rapporto con i familiari e il livello di risparmi.