Nel secondo trimestre del 2021 sono state aperte 147.153 nuove partite IVA, il 54,1% in più rispetto allo stesso periodo 2020, a fronte di un ben dverso scenario operativo oggi all’insegna della ripresa economica rispetto ai mesi bui del lockdown dovuto alla pandemia e alla successiva stagione di drammatica incertezza economica. E lo sblocco quasi totoale delle restrizioni Covid, trainate da una campagna vaccinale che procede a ritmo sostenuto, contribuisce a guardare al futuro con un cauto ottimismo, nonostante il mondo sia ancora lontano dall’aver superato lo stato emergenziale dovuto al Coronavirus.
La ripartizione territoriale colloca il grosso delle nuove aperture localizzato al Nord con il 47,4%, seguono Sud e Isole al 31,6% e chiude il Centro al 20,3%. Su base annu,a la crescita è concentrata in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, dove si registrano in entrambi casi oltre il 110% di nuove aperture. Rispetto allo scenario nazionale, la crescita più contenuta si registra in Molise (+18,9%).
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Quali sono i settori produttivi maggiormente interessati dall’apertura di nuove partite IVA? Come di consueto domina il commercio con il 24,8% del totale, seguono le attività professionali con il 16,2% e l’agricoltura con l’11%. In generale, rispetto al secondo trimestre 2020, le riaperture post Covid hanno permesso il riavvio della attività di intrattenimento (+103%), alimentato il commercio (+98,8%) e il settore immobiliare (+90,4%). Il 41,6% del totale delle nuove Partite IVA (61.153 soggetti) 2021 ha optato per il regime forfetario, segnando un aumento del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Analizzando i dati dell’Osservatorio trimestrale sulle Partite IVA in Italia, la classificazione per natura giuridica delle nuove aperture rivela un solido 65,6% rappresentato da persone fisiche, seguito da un 21,1% costituito da società di capitali e da un 3% di società di persone, mentre la componente dei soggetti non residenti (soprattutto società di e-commerce) e delle altre forme giuridiche rappresenta nel suo complesso il 10% circa del totale. Rispetto al secondo trimestre del 2020, i dati segnano un vero record: 400% di nuove aperture per i non residenti. Più timida la crescita per le persone fisiche: +35%. Tra le persone fisiche prevale la quota maschile, pari al 62,3%.Per quanto concerne la ripartizione anagrafica, invece, si segnala un 47,5% delle nuove aperture avviato da giovani fino a 35 anni e il 31% da persone nella fascia 36-50. Rispetto allo scorso anno, l’aumento più consistente riguarda senza dubbio i giovani (+37%). Il 17,7% delle nuove aperture è operato da soggetti nati all’estero.