Si torna a parlare di Carta Blu, ovvero la green card versione europea che permetterà l’accesso agevolato al mercato del lavoro comunitario a professionisti altamente qualificati e immigrati da paesi in via di sviluppo.
Ancora al vaglio della commissione parlamentare libertà civili, il progetto Blue Card è divenuto in questi giorni “una priorità” dell’Unione europea. Questo perché l’Europa, per essere competitiva nei confronti degli USA, ha una grande necessità di rinnovamento dal punto di vista degli skills.
Non è una novità, infatti, che il nostro continente subisca sempre più un fenomeno d’invecchiamento che riveste molteplici ambiti, compreso quello tecnologico.
La Blue Card dovrebbe portare all’arrivo di circa 20 milioni di lavoratori altamente qualificati, in particolar modo nel campo tecnologico e dell’ingegneria, nei prossimi 20 anni.
La carta assicurerebbe agli immigrati qualificati e con esperienza il permesso di residenza e lavoro temporaneo con validità di due anni, rinnovabili.
Non tutti i paesi Ue hanno mostrato però pari entusiamo: tra questi la Germania, determinata a mantenere comunque una forte sovranità nazionale sul mercato del lavoro, contraria a modificare il vincolo per cui sarebbe consentito l’accesso agli Stati europei solo uno per volta. Questo era stato visto dagli analisti come l’handicap della Carta Blu: non consentire la libera mobilità nel mercato unico europeo.