Nella Riforma fiscale trovano posto nuove azioni mirate per combattere l’evasione, basate su un utilizzo più efficace della compliance e dell’analisi delle banche dati. Da Palazzo Chigi arrivano al ministero dell’Economia i target per i prossimi anni.
- Per prima cosa, entro il 2023 ridurre il tax gap del 5% rispetto al dato 2019. In soldoni, significa ridurre il divario fra gettito stimato ed effettivo di quattro miliardi di euro, che diventano 12 miliardi dal 2024, con la riduzione al 15%.
- Sul fronte della compliance, invece, l’obiettivo indicato alle amministrazione finanziarie prevede di aumentare del 20% le lettere di conformità ai contribuenti. Aumento del 20% significa che entro il 2022 dovranno arrivare ai contribuenti 2,5 milioni di lettere contro i 2,1 milioni del 2019. Le missive dovranno anche essere più mirate, riducendo il fenomeno dei falsi positivi del 5%. Si tratta di comunicazioni che segnalano difformità e invitano il contribuente a sanare la situazione in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, oppure a segnalare la propria correttezza. Uno strumento che negli ultimi anni è stato sempre più utilizzato e che sta dando buoni risultati, consentendo di regolarizzare le posizioni in modo sostenibile prima che si arrivi al contenzioso vero e proprio.
- Per quanto riguarda la digitalizzazione, avanti con l’utilizzo delle banche dati e delle dichiarazioni precompilate. Il prossimo passo, su quest’ultimo fronte, è rappresentato dalla precompilata IVA, a pieno regime dal 2023. Per l’analisi dei dati, si punta sulla pseudo-anonimizzazione, ossia ai dati in forma anonima per elaborare i modelli sul rischio evasione.
Nel frattempo, lo ricordiamo, bisogna procedere con la riforma fiscale, finanziata (almeno in parte) dalla Legge di Bilancio 2021, e prevista nell’ambito del PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza), come riforma propedeutica. I tempi qui sono ormai stretti, il del delega del Governo è atteso in settembre.
Fra le indicazioni contenute, ad esempio, nell’indagine conoscitiva del Parlamento, e sottolineato dal ministero dell’Economia Daniele Franco in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, la riforma del’IRPEF, con la riduzione della pressione fiscale sui redditi medio bassi, avanti sulla strada (già intrapresa) della riduzione del cuneo fiscale, l’eliminazione dell’IRAP, il riordino delle detrazioni. misure sull’IVA (si parla di ricalibrare le aliquote e di rivedere il meccanismo di versamento basato su acconti e saldi).