Riduzione dell’aliquota IRPEF per i contribuenti nella terza fascia di reddito tra 28mila e 55mila euro con rimodulazione per evitare bruschi scaloni intermedi, no tax area fino a 10mila per i lavoratori fino a 35 anni, uscita graduale dal regime forfettario al superamento della soglia dei 65mila euro di ricavi, abolizione IRAP, semplificazione IRES e meccanismi premiali (es.: per transizione ecologica, aggregazioni PMI, reinvestimento utili per la produttività, creazione di posti di lavoro aggiuntivi), Riforma IVA: sono i pilastri del documento di riforma fiscale messo a punto dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, che il Governo sta utilizzando per mettere a punto la legge delega vera e propria, che secondo le indiscrezioni di stampa, dovrebbe costare fra i 13 e i 20 miliardi di euro.
Riforma Fiscale: calendario e risorse 2021-2022
Le certezze su misure e costi si avranno solo quando il Governo presenterà la riforma vera e propria: il 22 luglio è prevista l’Audizione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, dinanzi alle commissioni Finanze di Camera e Senato. In base al timing previsto dalla Legge di Bilancio, la riforma va presentata entro fine luglio. Resta il nodo risorse, che in base alla Manovra sono pari a 8 miliardi per il 2022 e 7 miliardi nel 2023 ( che però comprendono anche il finanziamento dell’Assegno Unico). Significa che, per il 2022, a disposizione della riforma fiscale restano 1-2 miliardi di euro. Le risorse aggiuntive saranno dunque previste dalla Legge di Bilancio 2022. Nel frattempo, dopo l’approvazione della legge delega, saranno necessari i decreti attuativi per la piena operatività.
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Riforma IRPEF
La revisione del terzo scaglione IRPEF (che riguarda i redditi tra 28mila e 55mila euro con aliquota del 38%) costa 5 miliardi, mentre l’innalzamento ed estensione della no tax area – non solo per chi ha reddito sotto questa soglia (esentato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi ma con la perdita delle detrazioni fiscali, per cui sarebbe a costo zero) ma intesa anche come franchigia per i redditi fino a 55mila euro – comporterebbe ulteriori 5 miliardi.
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La commissione bicamerale propone anche un’ulteriore maggiorazione del reddito minimo esente per i lavoratori fino a 35 anni. «Qualora il costo di questo intervento dovesse risultare incompatibile con gli equilibri di finanza pubblica, dovrebbe essere introdotto con la sola finalità di ridurre il carico burocratico sui contribuenti, per esempio prevedendo una maggiorazione della deduzione in forma fissa per lavoro dipendente, sempre per gli under 35, sostituendo l’attuale decrescente detrazione.
Eliminazione IRAP
«Nell’ottica di una semplificazione del sistema tributario e all’interno di un complessivo quadro di riforma in cui valutare gli aspetti di redistribuzione del carico fiscale, la commissione concorda sulla necessità di una riforma che porti al superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive». Nel caso in cui la norma dovesse riguardare solo le PMI, il costo sarebbe di 3 miliardi, se invece fosse allargata a tutte le imprese, si salirebbe a 11 miliardi.