Il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si è schierato a favore dell’obbligo di Green Pass per viaggiare su treni e aerei anche con rotte nazionali, mangiare al ristorante, accedere ad eventi che prevedono pubblico e molte persone. Il modello francese di adozione massiva della Certificazione Verde Covid-19, dunque, potrebbe essere la risposta più efficace all’ondata di contagi dovuti al diffondersi della variante Delta del Coronavirus. Dello stesso avviso il Commissario Straordinario per l’Emergenza, Generale Francesco Paolo Figliuolo: imporre il Green Pass per le attività quotidiane più a rischio, potrebbe convincere gli indecisi e dare maggiore efficacia della campagna vaccinale, evitando da un lato le situazioni a rischio e tutelando dall’altro le fasce della popolazione oggi più colpite.
Esprime invece cautela l’altro Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che valuterebbe positivamente il ricorso al Green Pass per e stadi e discoteche ma non per la ristorazione (“pensiamo alla famiglia che va a mangiare una pizza e li costringiamo a pagarsi il tampone”).
Di fatto, se imporre tale obbligo sarebbe una risposta decisa all’inversione di tendenza della curva dei contagi, è anche vero che avrebbe un profondo impatto economico e sociale, con pesanti ricadute sul fronte della ripresa dei consumi, a svantaggio degli operatori del Turismo, della Ristorazione e dell’Intrattenimento, proprio quando si intravedeva la via per il ritorno ad una semi-normalità. Esprime preoccupazione, infatti l’associazione di categorie FIPE-Confcommercio, che teme pesanti ripercussioni per tutti gli operatori della filiera, già messi in ginocchio da un anno di sacrifici.
Per evitare misure così drastiche (sempre che i numeri non portino addirittura ad una retrocessione alla zona gialla, con tutte le severe regole e restrizioni del caso), la vera soluzione è vaccinarsi, tutti e in fretta. Senza tentennamenti e rinvii. Come via di compromesso, si potrebbe testare l’obbligo di certificazione solo per alcuni eventi e solo per un certo tempo, ad esempio per le discoteche (che attendono ancora di poter ripartire dopo mesi e mesi di necessaria chiusura), così da trainare le vaccinazioni per un’ampia fascia della popolazione. Andrebbe comunque fornita l’alternativa del tampone.
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Spaccato in due il mondo della politica, mentre dal Governo per ora tutto tace. Non è improbabile, tuttavia, che se i numeri continueranno a peggiorare il premier Mario Draghi ed il Ministero della Salute, Roberto Speranza, potrebbero chiedere un parere al CTS, per poi pianificare delle misure ispirate al modello Macron. In Italia il Green pass è obbligatorio per grossi eventi sportivi e culturali, banchetti e cerimonie, se si seguisse la Francia servirebbe anche per andare al ristorante o al centro commerciale, usare la corriera e prendere un treno o volo nazionale. Ma sembra più verosimile che si adotti una soluzione meno drastica. Il Ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha infatti dichiarato:
non inseguiamo modelli stranieri ma certamente il Governo valuterà di estendere l’utilizzo del Green Pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni.