Tratto dallo speciale:

Federmanager, un corso per gestire i beni confiscati alle mafie

di Anna Fabi

13 Luglio 2021 10:46

Un anno di lezioni con magistrati, prefetti e docenti per acquisire competenze in materia di gestione dei beni sequestrati alle mafie.

Il corso inizia in ottobre, prevede 192 ore di formazione gratuita per i dirigenti iscritti a Federmanager, il porgramma prevede moduli di area giuridica, amministrativo – economica – comunicativa, e culturale. E’ l’iniziativa di Federmanager nell’ambito del programma Liberi dalle mafie, un percorso formativo di qualità destinato ai manager che vogliono dare un contributo professionale alla gestione, al recupero e al rilancio delle attività sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Obiettivo: formare in un anno 40 professionisti esperti di diritto, economia e cultura aziendale.

=> Lavoro in azienda: le skills più rilevanti in un contesto ibrido

Il corso “Amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità e alle mafie” rappresenta il primo atto dell’intesa sottoscritta da Federmanager con Liberare Maria dalle Mafie – Dipartimento di analisi, studi e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi della Pontificia accademia mariana internazionale, e con la Pontificia università Antonianum. «Il mondo dell’impresa e del management deve porsi quale promotore di alternative alla criminalità – spiega Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager -. È importante quindi che i beni confiscati continuino a creare occupazione e indotto sul territorio dove operano. Il fallimento di un’impresa sequestrata è un fallimento per tutti e noi vogliamo evitarlo, offrendo alla collettività le migliori capacità e competenze manageriali necessarie all’importante azione di gestione e recupero dei beni e delle attività sequestrate alle organizzazioni criminali».

Le iscrizioni sono aperte, candidature entro il 30 luglio, in modalità digitale, all’indirizzo email liberidallemafie@federmanager.it. Nella mail vanno indicati dati anagrafici (nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo di residenza e codice fiscale), un recapito telefonico, la motivazione a sostegno della propria candidatura (massimo mille battute). Bisogna poi allegare: copia fronte-retro di un documento d’identità in corso di validità, copia fronte-retro del codice fiscale, curriculum vitae (da cui risultino le evidenze dei requisiti specifici e gli eventuali titoli preferenziali, liberatoria privacy in base all’articolo 13 del d.lgs. 196/2003 e all’articolo 13 Gdpr), una foto profilo in buona risoluzione, consenso al trattamento dei dati personali.

Requisiti di base che bisogna possedere: iscrizione a Federmanager, essere in regola con le quote associative, avere l’esercizio dei diritti civili, essere di condotta incensurabile, essere in possesso di un titolo di studi universitario di laurea magistrale o di secondo ciclo. Costituisce titolo preferenziale l’aver maturato esperienze di gestione aziendale di beni e/o attività confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata e/o l’aver partecipato a master e/o corsi di alta formazione sull’argomento.

Le lezioni sono tenute da magistrati, prefetti e docenti universitari, si svolgeranno il venerdì dalle ore 14.30 alle ore 19.30, iniziano a ottobre 2021 e terminano a luglio 2022. Fra le materie: introduzione alle organizzazioni criminali e mafiose, strumenti giuridici per l’amministratore dei beni confiscati, codice antimafia, legislatura antimafia, indagini patrimoniali, destinazione dei beni confiscati, cultura transdisciplinare per la gestione del bene confiscato al servizio della società.

L’iniziativa punta soprattutto a risolvere uno dei nodi relativi alla fase successiva a quella di assegnazione dei beni confiscati: solo una bassissima quota di aziende, infatti, continua l’attività economica dopo la destinazione d’uso. Esiste una profonda asimmetria tra una minoranza di beni immobili o imprese “destinati”, ovvero che hanno terminato l’iter giudiziario e amministrativo, e la maggioranza di quelli “in gestione”, che quindi sono ancora in fase di sequestro/confisca e non sono ancora stati assegnati. E solo una bassissima quota di aziende continua l’attività economica dopo la destinazione d’uso. Il totale di imprese e beni destinati in Italia nel marzo 2021 era di 1.482: il 94.26% non riusciva a sopravvivere ed è stato liquidato. Secondo Eurojust, che solo nel 2020 ha coordinato circa 8mila 800 indagini transfrontaliere, è di circa 1,9 miliardi di euro il valore complessivo recuperato con il sequestro o congelamento di beni.