Per aderire alla campagna vaccinale anti Covid-19 nelle imprese, i datori di lavoro che operano in Lombardia devono definire un piano aziendale (con il supporto o sotto il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento), da proporre all’ATS di riferimento territoriale. È anche possibile prevedere l’avvio sperimentale di alcune iniziative, in previsione della probabile esigenza di organizzare attività vaccinale di richiamo nella prossima stagione autunno-invernale.
La campagna si rivolge ai titolari e ai lavoratori che operano nell’azienda aderente o anche appartenenti ad altre imprese che operano presso quest’ultima o nell’immediato territorio limitrofo, a prescindere dal luogo di residenza o domicilio, dal contratto applicato e dalla tipologia e dall’età. La vaccinazione è offerta anche ai familiari che svolgono di fatto, senza un regolare rapporto giuridico, un lavoro continuativo nell’impresa di famiglia.
Il protocollo per la partecipazione delle aziende produttive lombarde alla campagna vaccinale anti Covid-19, stabilisce direttive precise rivolte alle aziende che intendono avviare punti straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro: la somministrazione del vaccino, infatti, deve avvenire da parte del medico competente, ove presente e disponibile o del medico di riferimento di struttura sanitaria privata con la quale viene stipulata una specifica convenzione.
Ricordiamo che la Regione Lombardia ha approvato lo scorso marzo i criteri e i requisiti per l’estensione della campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende produttive locali. La Giunta regionale ha fornito indicazioni di carattere tecnico-operativo per la realizzazione della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, recependo le indicazioni fornite a livello nazionale.