La maggior parte delle azioni che le persone compiono ogni giorno è in grado di generare dati, dai semplici pagamenti elettronici alla navigazione su Internet, compreso l’uso delle App sullo smartphone. I dati rappresentano un patrimonio inestimabile per le imprese, che hanno l’opportunità di trasformarli in conoscenza e di generare valore ottenendo un vantaggio competitivo notevole, con riflessi positivi sul business. Il digitale permette alle aziende di raccogliere, analizzare e sfruttare quotidianamente enormi quantità di dati, compresi quelli che hanno origine dagli scambi tra le stesse imprese e i clienti, i collaboratori o i partner commerciali. Si parla di data monetization proprio perché la possibilità di trasformare i dati in valore contribuisce allo sviluppo aziendale, rappresentando una ricchezza da mettere a frutto. Se da un lato aumenta la quantità di dati generati quotidianamente, dall’altro lato è importante saper cogliere le opportunità che derivano da questo capitale per progettare e sviluppare nuovi prodotti e servizi. Le aziende, infatti, hanno a che fare con archivi informativi qualitativamente rilevanti, che restano spesso inutilizzati o utilizzati solo parzialmente.
Big Data: da dove vengono e come sfruttarli
Da dove provengono i dati a disposizione delle aziende? Le fonti informative sono molteplici e comprendono, ad esempio, le transazioni commerciali, le statistiche sulle vendite, i device mobile ma anche gli stessi macchinari connessi alla rete. Si parla di Big Data per sottolineare la vastità del dataset di informazioni che devono essere gestite e dalle quali si cerca di trarre valore: secondo l’analista Doug Laney questo patrimonio si caratterizza per uno schema di crescita basato su “3V”: volume, velocità e varietà, alle quali si aggiungono anche veridicità e variabilità. Affinché i dati siano effettivamente utili, è necessario che siano affidabili e che provengano da fonti diversificate.
Gli ambiti di applicazione dei Big Data sono altrettanto variegati. Analizzarli aiuta le aziende a personalizzare l’offerta di prodotti e servizi, riuscendo ad approfondire la conoscenza della clientela e rispondere alle singole esigenze. In modo altrettanto efficace, inoltre, le imprese che operano nel ramo industriale possono raccogliere i dati generati dai macchinari per migliorare le prestazioni e intervenire con una manutenzione di tipo preventivo.
Internet of Things: i dati degli oggetti connessi
Una delle principali fonti di Big Data è rappresentata dai dispositivi connessi, gli oggetti dotati di intelligenza artificiale dalle cui interazioni è possibile estrapolare informazioni utili e proficue. La definizione di Internet of Things (IoT), l’Internet delle cose, fa riferimento alla capacità degli ‘oggetti intelligenti’ di dialogare con altri dispositivi fisici e con le persone grazie alla connessione wireless, generando una trasmissione di informazioni. Anche in questo caso la rapida evoluzione delle nuove tecnologie è destinata ad aprire nuovi scenari. In ambito Smart City, ad esempio, la creazione di valore per migliorare la vivibilità e la sostenibilità ambientale può nascere dalla possibilità di raccogliere dati attraverso il sistema dei trasporti e i parcheggi urbani, mentre restringendo il campo alla Smart Home sono numerosi i vantaggi che derivano dalla gestione intelligente degli impianti domestici per ridurre i consumi e potenziare il comfort.
Big Data e privacy
La crescita del patrimonio informativo costituito dai Big Data pone regole in materia della tutela della privacy, infatti è sempre indispensabile non perdere di vista la necessità di proteggere la riservatezza delle informazioni personali. I Big Data si riferiscono spesso ai gruppi e sono gestiti in anonimato, infatti solo una piccola parte di questo patrimonio appartiene alla categoria dei dati personali: in questo caso entra in gioco il GDPR, il Regolamento dell’Unione Europea in tema di dati personali e privacy in vigore dal 2018 che impone regole precise per assicurare la correttezza e la trasparenza del trattamento delle informazioni personali nei confronti dei diretti interessati.
La valorizzazione dei dati per il business
I Big Data possono aiutare concretamente le aziende a competere sul mercato, a prendere decisioni consapevoli e ad anticipare il futuro. Protagoniste del processo quotidiano di generazione dei dati sono tuttavia le singole le persone, coinvolte in primo piano in questo processo spesso in modo inconsapevole. Permettere ai singoli individui, alle imprese e alle Pubbliche Amministrazioni di potenziare la propria cultura digitale è l’obiettivo del progetto ‘Operazione Risorgimento Digitale’, la grande alleanza promossa da TIM che grazie alla collaborazione di oltre 40 partner d’eccellenza promuove la condivisione di contenuti e percorsi formativi gratuiti volti a colmare il digital divide nel nostro Paese.
Per Olivetti, brand storico dell’industria italiana e Digital Farm per l’IoT del Gruppo TIM, partecipare attivamente all’iniziativa significa contribuire a garantire l’accesso egualitario alle risorse della Rete favorendo inclusività e coesione. Attraverso il webinar ‘Big Data e IoT: la valorizzazione dei dati per il business’, Marco Marco Marchesi di Olivetti offre un’ampia panoramica dedicata al ruolo dei Big Data e delle risorse IoT in ambito business, focalizzando l’attenzione sulle potenzialità e sugli ambiti di applicazione nei quali la valorizzazione dei dati porta i maggiori vantaggi per le aziende e per la comunità.
Un’altra opportunità che Operazione Risorgimento Digitale offre ai dipendenti delle PMI è Digital Skills, il corso di formazione in modalità elearning che prevede la certificazione con rilascio dell’Open Badge. La fruizione dell’intero percorso attesta l’acquisizione delle 21 competenze digitali relative alle 5 aree di competenza del Framework DigComp 2.1: Informazione, Comunicazione, Creazione di contenuti, Sicurezza e Problem Solving.
La partecipazione a Digital Skills è gratuita. Per iscriverti vai QUI