Visto il periodo poco florido, il mio datore di lavoro mi ha proposto un part-time verticale. Considerando che sono prossima alla pensione, la mia domanda è: quali sono le ripercussioni sul montante contributivo ai fini pensionistici? Sarebbe possibile integrare volontariamente i contributi per non perdere una percentuale sul mio assegno di pensione?
Nel caso, quale calcolo devo impostare per sapere quanto versare e con quale periodicità?
Con la trasformazione in part-time lei perde contributi per la pensione, non perché ci siano penalizzazioni sul calcolo, ma perché sarà più basso il montante contributivo. Per integrare, si può inviare all’INPS la richiesta di autorizzazione al versamento di contributi volontari, così da compensare con versamenti propri quelli del datore di lavoro versati per le effettive ore di lavoro svolto, così da non vedersi poi ridurre l’assegno di pensione futura.
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Deve presentare domanda all’INPS, che rilascia l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari. C’è solo un prerequisito: ci vogliono almeno cinque anni di contribuzione già versata, oppure tre anni continuativi negli ultimi cinque. Ma lei, essendo vicina alla pensione, con ogni probabilità ha molti anni di contribuzione già versata quindi ha anche i requisiti per ottenere dall’INPS l’autorizzazione alla contribuzione volontaria.
L’importo viene calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria versata. Nel suo caso, trattandosi di un part-time, si calcola sulla base di quelli versati dal datore di lavoro. Per avere il prospetto preciso della quantificazione, può chiedere direttamente all’INPS.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz