Resilienza urbana: effetto Covid sulle Smart City

di Alessandra Gualtieri

4 Giugno 2021 10:00

logo PMI+ logo PMI+
Nuovi modelli e strategie per creare Smart City in linea con la società post Covid: da dove partire, dove arrivare e come farlo.

L’ultimo rapporto annuale di Forum PA sulle Smart City in Italia, con la classifica e l’ICity Rank, si è concentrato sul percorso di trasformazione digitale delle città italiane. Le 107 città capoluogo di provincia sono state valutate in base a 8 indicatori: accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wi-fi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. Il Sud sconta ancora un forte ritardo ma in molti casi la pandemia da Covid ha accelerato la digitalizzazione dei servizi, soprattutto nelle aree più colpite, seppur a macchia di leopardo. Se da un lato l’emergenza sanitaria ha messo a dura prova le grandi città (soprattutto quelle dove sono concentrati uffici e industrie), dall’altro ha infatti impresso una notevole accelerazione verso dinamiche lavorative ibride e all’ampliamento di servizi tipici di una smart city: delivery, smart working, e-learning, monitoraggio degli spostamenti, nuova mobilità. Questi fattori combinati potranno portare ad un mutamento degli assetti e degli equilibri sociali e geografici: alcuni studi evidenziano la tendenza dei centri urbani piccoli o medi ad essere più appetibili in virtù dei minori spostamenti necessari ed alla migliore qualità della vita.

Smart cities dopo la pandemia

Le grandi città hanno subito il colpo più duro della pandemia ed è proprio da queste che dovrà ripartire un ripensamento dei modelli di smart city: la ricerca di una maggiore densità di popolazione deve lasciare spazio ad ambienti più consoni alla vita sociale: deve essere riorganizzato il trasporto pubblico per farlo percepire come parimenti sicuro rispetto a quello privato; dovrà essere potenziato quello pendolare in linea con la crescente fuga dai grossi centri in ottica smart working; dovrà essere rafforzata l’infrastruttura tecnologica e di rete per supportare carichi e picchi di utilizzo; dovranno essere ampliati i servizi della pubblica amministrazione fruibili a distanza. I ricercatori dell’IESE Business School forniscono sette conclusioni-raccomandazioni che evidenziano l’importanza della resilienza urbana e la necessità di promuovere le collaborazioni pubblico-privato:

  • Le persone prima di tutto  La crisi ha dimostrato che il design urbano intelligente deve concentrarsi sulla qualità della vita, le città dovrebbero concentrarsi anche sulla coesione sociale.
  • Ciò che è essenziale per la città  Gli smart city manager dovranno determinare priorità ed esigenze utilizzando gli indicatori del rapporto IESE Cities in Motion come “strumento diagnostico”.
  • Nuove strategie per un nuovo ambiente Le misure anti Covid comporteranno in molte città l’abbandono del turismo di massa a basso costo, una più agguerrita concorrenza online da parte del tradizionale commercio al dettaglio, a riprogettazione del trasporto pubblico, nuove interazioni negli spazi verdi.
  • Resilienza come nuovo paradigma urbano – Resilienza urbana vuol dire anche efficace sintesi tra infrastruttura solida e gestione agile, con il supporto delle discipline di risk management e business continuity.
  • Approccio olistico tramite recovery collaborativa – Tutti gli attori in campo dovranno collaborare abbattendo i “silos” per sviluppare sinergie per una recovery in tempi rapidi.
  • Sinergie tra territori  Durante la pandemia l’interrelazione e la dipendenza dei territori sono diventate evidenti. Pertanto, i collegamenti urbano-rurali dovranno essere rafforzati in modo da creare sistemi più efficienti.
  • Modelli di riferimento  I gestori urbani dovrebbero diventare modelli di riferimento nel perseguire i principi di giustizia e di collaborazione a beneficio di tutti per una ripresa rapida, efficace e inclusiva.

Conclusioni

Stiamo vivendo un momento storico che ci porta a considerare modelli nuovi di gestione delle città, diversi da quelli adottati finora proprio per l’inserimento di una variabile non prevista come la pandemia. La progettazione di smart city si tradurrà in un continuo adattamento, dove le nuove tecnologie costituiranno leve strategiche per migliorare la qualità, le prestazioni e l’interattività dei servizi; ridurre i costi e il consumo di risorse; ottimizzare la relazione tra i cittadini e gli operatori della città. La chiave vincente per la costruzione di smart city consiste, quindi, nell’adozione di pratiche sostenibili dal punto di vista economico, energetico, ambientale e sociale, il che implica una gestione cooperativa e inclusiva della società e del territorio.

di Cristiano Montesi