Il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 della Corte dei Conti, pubblicato il 28 maggio, effettua una ricognizione delle entrate e del gettito dell’ultimo anno in ambito fiscale, previdenziale e assistenziale, analizzando anche l’efficacia di incentivi e aiuti straordinari, dal cashback al reddito di cittadinanza.
Fisco e IRPEF
In vista della riforma fiscale, il primo punto che emerge dalla relazione è la bocciatura dell’attuale sistema impositivo, troppo sbilanciato sull’IRPEF di dipendenti e pensionati rispetto all’IVA:
un prelievo concentrato sui redditi da lavoro dipendente e pensione, piuttosto sbilanciato sui redditi medi e con andamenti irregolari e distorsivi delle aliquote marginali effettive. Il declino del peso dei redditi da lavoro sul PIL, la persistente e significativa evasione e il proliferare di trattamenti tributari differenziati contribuiscono a mettere in dubbio che si possa ancora parlare di prelievo “generale” sui redditi.
Per quanto concerne la riforma IRPEF, l’obiettivo suggerito è dunque quello di una maggiore equità del sistema tributario nel complesso attraverso la ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti.
Un’adeguata attenzione potrebbe essere riservata ad un parziale spostamento del prelievo dall’IRPEF all’IVA.
Pensioni e CIG
Per quanto riguarda le pensioni, invece, la spesa per la previdenza risulta in Italia “un rilevante elemento critico per i conti pubblici”, anche in considerazione dei picchi legati alla cassa integrazione ancor più che alle formule agevolate per la pensione anticipata. L’anno scorso la spesa generale è stata pari a 341 miliardi (+7,3% rispetto al 2019), il 59% dei quali dovuti a prestazioni non pensionistiche (integrazioni salariali ordinarie e in deroga, indennità di disoccupazione, ecc.). L’aumento della spesa per le sole pensioni è stata pari al 2,4%, con un incidenza sul PIL del 17,1%. Ovviamente, due leve importanti sono state la Quota 100 (278 mila le pensioni liquidate al 31 gennaio 2021) ed il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita. Per Opzione Donna sono state accolte 16300 domande, per APe Sociale 10.800. La spesa previdenziale non pensionistica è cresciuta del 39%, per il boom della cassa integrazione ordinaria e in deroga (14,4 miliardi).
Prestazioni assistenziali
Le prestazioni in denaro e in natura erogate nel 2020 hanno superato i 67 miliardi (+28,4%), articolate in tre principali tipologie di interventi: invalidità, pensioni e assegni sociali, altri assegni e sussidi. In quest’ultimo caso l’aumento è stato preponderante, soprattutto per via dei sussidi erogati tramite Reddito di cittadinanza, Reddito di emergenza e trattamenti di disoccupazione.
Agevolazioni fiscali
Dito puntato contro le circa 250 agevolazioni esistenti nell’attuale sistema fiscale, che causano una perdita di gettito per circa 53 miliardi nei 2021.
la proliferazione delle spese fiscali e dei trattamenti differenziati ha significativamente contribuito a rendere complesso il prelievo; nonostante siano stati assunti nel tempo continui impegni a limitarne l’uso, il loro numero ha continuato ad aumentare sensibilmente.
Cashback e Lotteria scontrini
Luci e ombre sul Piano Italia Cashless. Il monito è riferito al cashback ed al rischio di frazionamenti eccessivi dei pagamenti (i famosi furbetti), il consiglio è dunque quello di limitare il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nell’arco della medesima giornata (anche se con carte diverse). Anche la misura del premio super cashback (1.500 euro ai primi 100mila utenti per numero di operazioni nel semestre) appare “eccessiva”. Sulla Lotteria degli scontrini, invece, si registra una limitata adesione, concentrata nella grande distribuzione, che nei fatti lascia in stand by il giudizio finale su questa misura.
Un ostacolo è certamente costituito dalla complessità delle operazioni, mentre la conoscenza solo differita della vincita costituisce un’ulteriore remora alla partecipazione, affievolendo l’interesse del consumatore.
Politiche attive del lavoro
Guardando infine al mercato del lavoro, decisamente bocciata l’attuazione del Reddito di Cittadinanza nella parte fondamentale di ricollocamento:
Al primo aprile 2021, a fronte di un milione e 656 mila convocati, poco più di 1 milione e 56mila erano tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro, ma al 10 febbraio solo 152mila avevano instaurato un rapporto di lavoro successivo alla domanda. Trovando conferma anche negli interventi previsti dal PNRR e dal Recovery Plan per puntellare questo pilastro così fortemente il bilico, la Corte dei Conti sottolinea:
l’esigenza di un serio rafforzamento dei centri per l’impiego, obiettivo al momento mancato e da rilanciare nell’ambito di una nuova e robusta politica attiva per il lavoro, da realizzare anche nel quadro degli specifici investimenti a ciò destinati dal Piani nazionale di ripresa e resilienza.