Il Superbonus al 110% in edilizia stenta a decollare per le tante criticità, anche per questo sono particolarmente attese la proroga al 2023 e le semplificazioni per dare certezze agli operatori del settore. Inserita nel quadro delle detrazioni su ristrutturazioni e riqualificazioni, la misura ha il vantaggio di essere fiscalmente molto conveniente, perché la detrazione supera la spesa e prevede le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito, ma rispetto ad analoghe detrazioni (50% per le ristrutturazioni e 65% sulle riqualificazioni edilizie) presenta molte difficoltà procedurali. Che, in base ai dati presentati da ANCE (costruttori edili) ne determina un sottoutilizzo rispetto alle potenzialità. Non solo: si registrano anche distorsioni di mercato e un eccessivo aumento dei prezzi delle materie prime. Vediamo tutto.
=> Superbonus 110%: tutti i documenti da produrre e verificare
Il Superbonus 110% oggi
Il Superbonus, introdotto dal Dl Rilancio (articolo 119 del dl 34/2020), è considerato un provvedimento chiave anche nell’ottica della transizione green, al centro per esempio del PNRR. Consente di effettuare determinati lavori di riqualificazione energetica su edifici residenziali (cappotto termico, impianti di climatizzazione) e interventi antisismici, ma con una lunga serie di regole procedurali da rispettare. Al momento, è previsto per lavori effettuati dal primo luglio 2020 al 30 giugno 2022, in alcuni casi fino al 31 dicembre 2022 a patto che al 30 giugno 2022 sia stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo. E qui si inserisce la prima richiesta delle categorie. La proroga almeno all’intero 2023. Il Governo ha dato parere favorevole ma non c’è alcun provvedimento che lo preveda. L’ipotesi più probabile resta la prossima Legge di Bilancio.
Le criticità del Superbonus
I primi snellimenti burocratici dovrebbero arrivare entro la fine del mese, con l’approvazione del Decreto Semplificazioni, ma i problemi riportati dall’ANCE in sede di audizione informale alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, sono profondi e richiedono un intervento mirato. «Per un intervento su un condominio, è necessario svolgere da 30 e 40 procedure amministrative o tecniche, di cui circa i due terzi prima di avviare i lavori, per riuscire a rispettare tutte le condizioni previste». E «non si tratta di passaggi semplici, ma di procedure molto complesse come ad esempio la definizione e predisposizione dei progetti, la relativa approvazione da parte del condominio (mediamente servono almeno cinque assemblee condominiali per poter approvare i lavori), la conformità edilizia, la cessione del credito e l’approvazione del prestito ponte, la gestione delle modifiche ai lavori in fase di cantiere, le verifiche e asseverazioni». Tutto questo, come è facile immaginare, richiede tempo:
in un condominio, il tempo complessivo richiesto dall’inizio delle procedure al termine dei lavori è mediamente di 18-20 mesi.
I dati sull’utilizzo del Superbonus confermano l’appeal della misura ma anche i forti ostacoli. Al 28 aprile 2021 (monitoraggio ENEA-MiSE), risultano quasi 13mila interventi legati al Superbonus per un ammontare di oltre 1,6 miliardi di euro, con un aumento di quattro volte, sia nel numero, sia nell’importo, rispetto alla prima rilevazione di inizio di febbraio. Significa, sottolinea l’audizione ANCE, che «il Superbonus sta mostrando i primi risultati importanti». Ma «la maggior parte dei lavori afferiscono ad edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti, mentre gli interventi legati ai condomini, benché in crescita, scontano le maggiori complessità nella decisione assembleare e nella raccolta della documentazione richiesta». «Senza un provvedimento di proroga immediata del Superbonus, almeno fino al 2023, tra poche settimane cominceranno a bloccarsi le nuove iniziative, perché non si potrà garantire, in alcun modo, la conclusione degli interventi». Un argomento, dunque, a sostegno di un provvedimento di proroga veloce, prima della Manovra 2022.
Ci sono anche proposte mirate di semplificazione, che riguardano le verifiche di conformità e le procedure autorizzative, in particolare per gli immobili tutelati da vincoli paesaggistici. E c’è anche la richiesta di estendere l’agevolazione agli immobili delle imprese (attualmente, il Superbonus è utilizzabile solo per gli edifici residenziali).
I rincari di mercato
Infine, le segnalazioni che arrivano dal mercato. Da più fonti arrivano segnalazioni di un aumento rilevante dei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature. Un’indagine del Centro Studi CNA (Confederazione Nazionale Artigianato) registra in un anno rincari importanti per i metalli (+20,8%) con punte che superano +50%; materiali termoisolanti (+16%) con punte che oscillano tra +25% e +50%; materiali per gli impianti (+14,6%) con punte che superano +25%; legno (+14,3%). Elevata anche la crescita per altri materiali, che oscilla tra +9,4% di malte e collanti e +11,3% dei laterizi. Meno marcati, ma comunque poco sotto il +10%, gli incrementi in ambito impiantistica e nel settore dei serramenti, dove ha inciso maggiormente il rialzo dei prezzi di semilavorati in alluminio o altri metalli. Il centro studi ANCE rileva un aumento del costo del ferro-acciaio tondo per cemento armato che sfiora il 120% solo negli ultimi sei mesi, a cui si aggiungono incrementi superiori al 40% per i polietileni.