In vista della prossima Riforma Pensioni, con l’addio ufficiale dal 2022 alla Quota 100, si studiano nuove misure per garantire flessibilità in uscita dal mondo del lavoro ai soggetti prossimi alla pensione. Oltre al cosiddetto scivolo Brunetta, una proposta concreta è quella annunciata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con il “pacchetto lavoro” da inserire nel Decreto Sostegni bis (Decreto Imprese, lavoro, professioni). Vediamo di cosa si tratta.
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Scivolo pensione e contratti di espansione
Tra le misure proposte inserite dal ministro Orlando nel DL Sostegni Bis c’è il potenziamento del contratto di espansione, strumento che la Legge di Bilancio 2021 ha confermato per tutto l’anno in corso. Si tratta del contratto che consente di mandare in pensione su base volontaria i lavoratori fino a 5 anni prima (60 mesi) rispetto ai requisiti ordinariamente richiesti per la pensione di vecchiaia o anticipata. Il tutto, previo accordo da siglare presso il Ministero del Lavoro tra azienda e sindacati, che deve contenere anche un certo numero di nuove assunzioni qualificate, anche in apprendistato, e deve essere finalizzato alla reindustrializzazione e riorganizzazione in ottica di sviluppo tecnologico dell’attività. L’obiettivo è quello di favorire la ristrutturazione delle imprese in crisi e il ricambio generazionale, senza ricorrere agli incentivi all’esodo.
Questa forma di accompagnamento alla pensione era già stata introdotta dal c.d. Decreto Crescita nel 2019 ma solo per aziende di grandi dimensioni, ovvero con oltre 1.000 lavoratori, e con un anticipo di soli due anni. Con l’ultima manovra la platea è stata ampliata coinvolgendo anche le medie imprese, con un organico di almeno 250 lavoratori, considerati anche in gruppi di imprese. Ora il Decreto Sostegni bis fa un ulteriore passo in avanti, abbassando la soglia per l’accesso ai contratti di espansione a 100 dipendenti e ampliando la platea di possibili beneficiari di circa 15 mila aziende e circa 27 mila dipendenti nel 2021 (e altrettanti nel 2022). Da sottolineare che il contratto di espansione consente, oltre al prepensionamento, anche di ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti privi dei requisiti per lo “scivolo” fino a 18 mesi con una speciale cassa integrazione (CIGS derogatoria) a costo zero per l’impresa con un massimo di riduzione dell’orario di lavoro del 30%.
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Scivolo pensione Orlando: punti critici
Per la Cgil lo scivolo pensionistico con il contratto di espansione è troppo costoso per le aziende, a meno di non anticipare l’uscita di solo due anni, che però risulterebbe poco conveniente per i lavoratori. Il lavoratore che aderisce all’accordo riceverà infatti una indennità mensile di accompagnamento alla pensione pari alla pensione maturata al momento dell’uscita il cui costo, per tutta la durata dell’anticipo, è a carico dell’azienda, al netto del valore della NASpI che spetta a chi va in prepensionamento. La prestazione ricevuta dai lavoratori pre-pensionati è cumulabile con qualsiasi reddito da altra attività lavorativa.
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Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, ha quindi chiesto al Governo risorse aggiuntive e un tavolo di confronto sulla misura.