Coprifuoco dalle 23 di sera, banchetti e matrimoni da metà giugno, centri commerciali aperti nei week-end dopo la metà di maggio, terapie intensive e vaccinati invece dell’RT sui contagi per determinare i cambi di colore nelle Regioni, ristorazione al tavolo e piscine al chiuso già da maggio e parchi a tema già da giugno: sono le anticipazioni e le richieste sulle modifiche al Decreto Riaperture, valutate nella prossima cabina di regia di Governo. Mercoledì 12 maggio c’è anche il vertice tra i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza con le Regioni.
Coprifuoco e colori Regioni
Fra le novità più probabili c’è sicuramente l’allentamento sul coprifuoco. Secondo Andrea Costa, sottosegretario alla Salute:
Sul coprifuoco sono convinto che già da questo lunedì ci possano essere le condizioni per un allentamento. Oggi ci sono assolutamente le condizioni, i dati della pandemia sono positivi come quelli del piano vaccinale.
Buone prospettive anche per la revisione dei parametri per i cambi di colore regionali, perché un ritorno in fascia arancione comporterebbe forti penalizzazioni per le attività turistiche (ad esempio con la necessità di Certificazione Verde per gli spostamenti) e la ristorazione. Un caso esemplare è quello della Lombardia: in base all’RT rischia di tornare arancione ma con le vaccinazioni è in forte accelerazione, on oltre 500mila prenotati per la fascia d’età 50-59 anni nel primo giorno di apertura.
«Tra le ipotesi che si stanno valutando, ha spiegato Costa, ci sono quella dell’RT ospedaliero e quella dell’indice legato alla vaccinazione: basandoci sui numeri che stiamo ottenendo con il piano vaccinale, potremmo vincolare certe riaperture al numero di dosi inoculate e alla percentuale di immunizzazione di determinate fasce d’età».
L’obiettivo principale è cancellare i criteri attuali per cui si finisce in zona arancione e rossa in modo da dare qualche certezza in più agli operatori turistici.
=> Riaperture Covid: Turismo e coprifuoco alle 23
Nuove aperture e turismo
Per quanto riguarda i centri commerciali nei fine settimana, in questi giorni è montata la protesta degli operatori: tutti i negozi e i punti vendita collocati all’interno di strutture obbligate a chiudere nei weekend, giorno 11 maggio abbassano le saracinesche in segno di dissenso per il perdurare delle limitazioni imposte. Su questo fronte, l’ipotesi è riaprire dal 22 maggio.
Sul wedding, ha assicurato il Ministro agli Affari regionali e le autonomie Gelmini, il Governo “ci sta lavorando” e, sulla base dell’andamento dei contagi, “presto daremo una data. E lo stesso vale per lo sport“.
Già in settimana ci saranno cabine di regia con il Cts per dare date a questi settori.
Per i matrimoni, la richiesta è di ripartire il I° giugno con le linee guida aggiornate dalle Regioni (banchetti all’aperto, ospiti distanziati e con mascherina) ma sembra più probabile che si vada verso il 15 giugno. Il via libera alle piscine al chiuso potrebbe arrivare anche prima, sempre ricorrendo alle linee guida suggerite dalle Regioni (per scongiurare i rischi delle docce). Per quanto riguarda i ristoranti al chiuso, e soprattutto il servizio al banco, si auspicano novità già dal 17 maggio ma è più probabile che si slitti quanto meno di un’altra settimana.
Sullo sfondo, oltre alle proteste degli operatori, c’è anche la necessità di arrivare pronti alla stagione estiva per non penalizzare il turismo.
Campagna vaccini
Sull’altro piatto della bilancia c’è però la necessità assoluta di non generare una nuova ondata di contagi vanificando gli sforzi sull’accelerazione dei vaccini anti Covid. La prudenza è dovuta anche alla volontà di rendere le riaperture definitive, dunque in linea con il reale andamento dei contagi e con le evidenze scientifiche sulle situazioni di rischio.
Un importante contributo, per il dopo estate, potrebbe poi essere fornito dall’estensione della campagna vaccinale agli adolescenti. Pfizer ha inoltrato formale richiesta all’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) lo scorso 30 aprile, con l’obiettivo di somministrare il vaccino alla fascia d’età 12-15 anni e sono partite le sperimentazioni dai sei mesi agli undici anni. Per fine anno, si mira dunque ad una vaccinazione di massa per tutto il Paese con la pianificazione di richiami sistematici e periodici per tutta la popolazione, con ogni probabilità focalizzati proprio su questo vaccino, dal momento che la UE ha concentrato la campagna acquisti sul fornitore che si è dimostrato più rispettoso delle consegne.