I caregiver che assistono un familiare in situazione di disabilità grave hanno diritto a permessi previsti dalla Legge 104 del 1992 e alla pensione anticipata con APE Sociale (fermi gli altri requisiti del caso).
Il tutto, se al familiare è riconosciuto un handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della stessa Legge 104, oppure in presenza di una minorazione che abbia ridotto l’autonomia personale, in modo da rendere necessaria assistenza permanente e continuativa. La persona assistita non deve inoltre essere ricoverata a tempo pieno.
In questo articolo spieghiamo come si presenta la domanda per le agevolazioni per caregiver, sia in ambito lavoro sia in quello della pensione.
Chi è il caregiver?
Il termine “caregiver” (che significa “prestatore di cura”) in Italia si riferisce a chi si prende cura, a titolo non professionale e gratuito, di una persona cara affetta da malattia cronica, disabilità o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine.
La legge italiana riconosce e definisce il ruolo del caregiver familiare, distinguendolo dal caregiver professionale o badante. Vediamo chi, ai sensi della Legge di Bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, legge n. 205 del 2017), può fare domanda per assistere un familiare, diventando così un caregiver famigliare.
Non risulta ancora attuata la norma pensata in questi anni che prevedeva una sorta di bonus per i caregiver a livello nazionale, ma ci sono sussidi a livello locale finanziati con risorse del Governo, come l’assegno di cura per chi assiste familiari in conidizioni di disabilità gravissima. Altre misure potenzialmente considerate potrebbero essere la pensione anticipata, telelavoro, ferie e permessi vari, nonché priorità nell’accesso ad alcuni servizi.
Il recente decreto sulla Conciliazione tra vita e lavoro (D.lgs 105/2022) ha eliminato il vincolo del “referente unico dell’assistenza” per accedere ai benefici della Legge 104 per i familiari che si prendono cura di persone malate o disabili in situazioni gravi.
Questo significa, ad esempio, che è possibile prendersi cura di entrambi i genitori raddoppiando i benefici oppure che la stessa persona disabile può essere assistita da due caregiver diversi in modo alternativo. Inoltre, sono stati ampliati i beneficiari del congedo biennale e rivalutata l’indennità di accompagnamento.
Chi può fare domanda per assistere un familiare?
Per assistere un famigliare chiedendo i permessi della Legge 104 bisogna essere un genitore o familiare che assista un parente o affine entro il secondo grado di parentela con disabilità. Tuttavia, questa possibilità si estende fino al terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età, siano affetti da patologie invalidanti, o siano deceduti o mancanti.
Coniuge, parte di unione civile o convivente possono essere caregiver?
Il coniuge o la parte dell’unione civile può fare domanda per assistere un famigliare come caregiver se l’altra parte della coppia è affetta da una grave disabilità che richiede un’assistenza continua e permanente, o se il famigliare è riconosciuto invalido civile al 100% o con handicap grave ai sensi della legge 104/1992. La certificazione di invalidità civile non è utile ai fini dell’ottenimento dei benefici della Legge n. 104/1992.
I coniugi, le parti dell’unione civile e i conviventi di fatto ai sensi dell’articolo 1, comma 36, Legge numero 76/2016, hanno diritto a tre giorni mensili di permesso retribuito per assistere un familiare con disabilità grave. Il congedo straordinario può essere richiesto anche dal coniuge o dalla parte dell’unione civile, o convivente di fatto, senza alcuna condizione aggiuntiva rispetto a quella di essere un caregiver convivente.
I genitori sono considerati caregiver?
I genitori, inclusi quelli adottivi o affidatari, possono richiedere permessi retribuiti o congedo straordinario per assistere un figlio con disabilità grave, entro determinati limiti di età del bambino.
Fino a tre anni di età:
- Prolungamento del congedo parentale per un massimo di tre anni.
- Due ore di permesso giornaliero.
- Tre giorni mensili, anche continuativi.
Dai tre ai dodici anni di età:
- Prolungamento del congedo parentale per un massimo di tre anni.
- Tre giorni mensili, anche continuativi.
Dai dodici anni di età:
- Tre giorni mensili, anche continuativi.
I figli possono fare domanda per assistere un familiare?
I figli conviventi possono richiedere i permessi delle Legge 104. Il congedo straordinario per assistere un familiare con disabilità grave spetta loro solo in caso di decesso, mancanza o patologie invalidanti, o età oltre i 65 anni, del coniuge, della parte dell’unione civile, del convivente di fatto e di entrambi i genitori.
Fratelli e sorelle possono essere caregiver?
Fratelli o sorelle conviventi possono richiedere i permessi 104. Il congedo straordinario può essere richiesto solo in caso di decesso, mancanza o patologie invalidanti, o età oltre i 65 anni del coniuge, della parte dell’unione civile, del convivente di fatto, di entrambi i genitori e dei figli conviventi.
Altri parenti e affini quando possono essere caregiver?
Altri familiari o affini entro il secondo grado (ad esempio, suoceri, genero, nuora) e anche un familiare entro il terzo grado, nei casi individuati dall’art. 3, comma 3, della legge n.104/1992, possono richiedere il congedo straordinario per assistere un familiare con disabilità grave, in caso di decesso, mancanza o patologie invalidanti del coniuge, della parte dell’unione civile, del convivente di fatto, di entrambi i genitori, dei figli conviventi e dei fratelli/sorelle conviventi.
I permessi, invece, possono essere richiesti entro il secondo grado di parentela. Entro il terzo solo se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Come capire i gradi di parentela?
La parentela è il vincolo che unisce le persone che discendono dalla stessa persona o, come afferma il codice civile, dallo stesso stipite (art. 74 cod. civ.). Ai fini della determinazione del vincolo si distinguono:
- la linea retta che unisce le persone di cui l’una discende dall’altra (ad es. padre e figlio, nonno e nipote);
- la linea collaterale che unisce le persone che, pur avendo un uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra (ad es. fratelli, zio e nipote).
L’affinità è il legame che unisce un coniuge ai parenti dell’altro coniuge, come cognati, suocero e nuora.
Il grado di affinità si determina considerando il grado di parentela con il quale l’affine è legato al coniuge. Ad esempio, suocera e nuora sono affini di primo grado, mentre i cognati sono affini di secondo grado.
I parenti entro il secondo grado includono genitori, figli, fratelli, sorelle, nonni e nipoti (diretti). Gli affini comprendono i parenti del coniuge come suoceri, nuora, genero e cognati.
I parenti entro il terzo grado comprendono i nipoti (figli di fratelli/sorelle), zii/e (paterni e materni), bisnipoti e bisnonni. Gli affini in questa categoria sono gli zii/e del coniuge. Per poter beneficiare dei permessi previsti, è necessario che i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età, siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
La legge stabilisce un ordine di priorità tra i beneficiari del congedo previsto dalla Legge n. 104 del 1992 per assistere un familiare con handicap grave: spetta prioritariamente al coniuge convivente o al compagno unito civilmente o convivente di fatto. In via subordinata, in caso di mancanza, decesso o patologia invalidante degli stessi, subentra il genitore anche adottivo. Se impossibilitati, subentrano i figli conviventi.
Infine, in mancanza di tutti i precedenti, il congedo viene concesso ai fratelli o sorelle conviventi. Tale ordine di priorità è stato esteso ai familiari o affini di terzo grado, purché conviventi, come specificato nella circolare INPS 159/2013.
Tabella di priorità familiare per i permessi Legge 104
Ecco una tabella che mostra il rapporto di parentela e affinità.
Come fare domanda per i permessi Legge 104?
Non esiste un modello di domanda per vedersi riconosciuto il ruolo di caregiver familiare o per ottenere un riconoscimento del proprio lavoro nell’assistenza a una persona non autosufficiente. Per i permessi di lavoro basta una semplice richiesta al datore di lavoro ma è prima necessario che l’assistito ottenga il riconoscimento della condizione di disabilità grave.
Il primo passo da compiere per ottenere i benefici e i permessi è dunque quello richiedere il verbale di Legge 104 con handicap grave. A rilasciare il certificato per fare domanda è il medico di base, che attestando lo status del richiedente trasmettere la richiesta telematicamente all’INPS e rilascia un numero di protocollo al richiedente. Il paziente dovrà poi completare la procedura in via autonoma.
Come presentare domanda di permessi 104 online?
Con il numero di protocollo della richiesta di accertamento trasmessa dal medico curante, è possibile inviare la domanda di Legge 104 all’INPS, utilizzando le proprie credenziali di accesso.
Come avere assistenza per la domanda di permessi 104?
In alternativa è possibile inoltrare la domanda tramite il contact center INPS e INAIL al numero 803 164 o rivolgendosi ad un patronato.
Qual è la procedura di riconoscimento Legge 104?
Una volta ricevuta tale richiesta, l’INPS convoca il richiedente per una prima visita di accertamento sanitario che verrà effettuata da una commissione medica dell’INPS che rilascerà il verbale attestante l’handicap grave ai sensi della Legge 104 articolo 3 comma 3. Per le visite di revisione, invece, la nuova procedura prevede la corsia preferenziale per la valutazione d’ufficio in base alla documentazione inviata per via telematica, che nella maggior parte dei casi sostituisce la visita di revisione.
Agevolazioni Legge 104: quali sono?
Ottenuto il verbale di Legge 104, il caregiver (figlio, coniuge o parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado solo in caso si verifichino determinate circostanze) del soggetto con handicap grave ai sensi della Legge 104/92 ha diritto a diversi permessi, congedi e bonus:
- 3 giorni al mese di permessi retribuiti;
- scelta della sede lavorativa;
- congedo straordinario retribuito per due anni, se convivente con il familiare (Dlgs 151/2001, articolo 42 come modificato nel 2011);
- rifiuto di trasferimento e lavoro notturno;
- agevolazioni fiscali per spese mediche e assistenza specifica;
- Pensione APe Sociale per Caregiver.
La persona disabile che lavora può fruire per sé stessa dei permessi e, in aggiunta, può scegliere per la propria assistenza un solo altro lavoratore. Tale scelta è eventualmente revocabile e modificabile. Il disabile non può però avvalersi di più lavoratori per farsi assistere (principio del “referente unico”). L’unica eccezione a tale principio è l’assistenza di un figlio: in tal caso il diritto è riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruire dei permessi alternativamente.
Il lavoratore dipendente può assistere più persone disabili in situazione di gravità e di usufruire di 3 giorni (anche continuativi) di permesso mensile per ciascuna di esse. È stato inoltre chiarito che l’APe Sociale per i caregiver spetta anche nel caso in cui ci sia un altro familiare che sta utilizzando i permessi previsti dalla Legge 104/92 per l’assistenza allo stesso congiunto con handicap grave.