Conto alla rovescia per il nuovo decreto Covid che conterrà le regole dal 26 aprile ed il ripristino delle zone gialle: il provvedimento è atteso in Consiglio dei Ministri il 21 aprile e prolungherà lo stato d’emergenza fino al prossimo 31 luglio. STessa data per l’entrata in vigore scaglionata delle progressive riaperture. Arriva poi il certificato verde per spostarsi tra Regioni rosse e arancioni (cartaceo o digitale, sarà valido sei mesi per i vaccinati e i guariti, 48 ore per chi fa il tampone). Incertezza fino all’ultimo sulle richieste di far slittare di alle 23 l’orario del coprifuoco: il Governo non sembra intenzionato ad apportare modifiche. Resta fermo il meccanismo delle zone, quindi per abolirlo bisogna avere numeri da zona bianca, mentre se aumenta il rischio contagio scattano automaticamente le restrizioni. Vediamo tutto.
=> Regole Covid, zone e spostamenti, prima e dopo il 26 aprile
Anticipazioni sul nuovo Decreto Covid: aperture a scaglioni
Come detto, le regole fondamentali sono quelle anticipate la scorsa settimana dal premier, Mario Draghi, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza: dal 26 aprile tornano le zone gialle, nelle quali bar e ristoranti possono tenere aperto fino alle 22, ma limitatamente ai posti all’aperto (dal primo giugno riaprono i ristoranti a pranzo anche al chiuso). Dal 26 aprile potranno anche riaprire cinema, teatri e musei, nel rispetto di specifici protocolli di sicurezza (capienza al 50% di quella massima, massimo 1.000 spettatori all’aperto, 500 al chiuso). Dalla stessa data sarà consentito lo svolgimento all’aperto di attività sportive anche di squadra e di contatto.
Nelle zone gialle e arancioni tornano a scuola in presenza tutti gli studenti, mentre nelle zone rosse le lezioni si terranno in presenza fino alla terza media, nei licei è prevista la DAD, didattica a distanza, al 50%. Ci sarà poi il prolungamento dello stato d’emergenza Covid fino al 31 luglio (attualmente previsto fino al 30 aprile). E verranno prolungate una serie di misure collegate, come lo smart working semplificato per le imprese (che potrebbe avere un orizzonte più lungo, fino al 30 settembre).
In zona gialla riaprono le piscine all’aperto dal 15 maggio, assieme ai mercati e ai centri commerciali anche nei festivi. Poi dal primo giugno aprono le palestre, aprono stadi e palazzetti al 25% della capienza per non più di 1000 spettatori all’aperto e 500 al chiuso. Dal primo luglio fiere, convegni e congressi, centri termali e parchi tematici. Da ufficializzare anche i protocolli per la ripartenza, discussi a partire dalle linee guida proposte dalle Regioni.
Certificazione verde
Il pass per gli spostamenti tra Regioni rosse e arancioni (i confini delle Regioni gialle riaprono il 26 aprile) sarà uno strumento che a tendere si uniformerà al passaporto vaccinale UE, ma al momento sarà costituito da un certificato, rilasciato dalle strutture sanitarie o dalle farmacie che abbiano eseguito le somministrazioni (intero ciclo vaccinale) oppure il test molecolare o antigenico. Per chi è stato contagiato ed è guarito, si utilizzerà il certificato del medico di base e/o del pediatra, oppure dell’ospedale in caso di ricovero. Per chi ha completato il ciclo vaccinale anti Covid oppure è guarito, la certificazione verde varrà sei mesi, mentre per chi esegue in test l’attestato di negatività avrà validità di 48 ore.
Un’altra anticipazione: dal 1° maggio al 15 giugno, nella regione in zona gialla e nel comune in zona arancione, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nel limite di quattro persone ulteriori rispetto a quelle conviventi, oltre ai minori e disabili conviventi.
Zone Covid nel nuovo Decreto
Infine, la suddivisione in fasce di rischio. L’intenzione sembra quella di mantenere l’attuale meccanismo, il che significa che non si escludono gli stop and go. Nelle Regioni rosse i negozi restano chiusi, l’apertura del servizio al tavolo nei bar e ristoranti è consentita solo nelle Regioni gialle. Si tratta quindi di regole diverse da quelle applicate lo scorso anno, quando le riaperture erano state definitive. C’è anche da dire che sono però previste le zone bianche, che non prevedono restrizioni diverse dalle precauzioni di sicurezza (mascherine, distanziamento). Quindi, nel momento in cui un territorio ha i numeri da zona bianca decadono tutte le restrizioni automaticamente. In sostanza, se si riproducesse la situazione dello scorso anno (quando la curva epidemiologica non è più risalita dopo le riaperture), anche le regole anti Covid sarebbero sostanzialmente analoghe.