Le Regioni premono per riaprire il 3 maggio, quanto meno ripristinando la zona gialla (magari rafforzata) e prevedendo nuovi protocolli per le attività chiuse ormai da mesi, come le palestre e le piscine, oltre a regole riviste anche per bar e ristoranti. Sullo sfondo, il piano vaccinale anti Covid procede tra alti e bassi (tra vecchi e nuovi timori legati ai sieri AstraZeneca e Johnson & Johnson), con l’auspicio che porti presto risultati tali da rassicurare il Governo. Intanto venerdì 16 aprile, oltre ai consueti cambi di colore – con qualche possibile promozione in fascia arancione come Campania e Puglia ma anche qualche probabile bocciatura in zona rossa come Sicilia e Basilicata – si riunisce la cabina di regia per discutere di possibili allentamento alle attuali restrizioni, che ovviamente terrà conto del consueto monitoraggio settimanale dell’ISS per prendere eventuali decisioni. Intanto la linea Draghi è chiara: aperture graduali fondate su dati scientifici solidi e senza fughe in avanti, irreversibili una volta decretate. Inizieranno a maggio e proseguiranno nei prossimi 45 giorni, in crescendo.
Una cosa non posso consentire è che si decida la ripartenza di un settore e poi si torni indietro.
La richiesta delle Regioni, che hanno presentato al Governo le linee guida per la riapertura in sicurezza, è di ripristinare la zona gialla anche prima della scadenza del 30 aprile, come è al momento stabilito dal Decreto Legge Covid in vigore. Le Regioni e Province autonome che potrebbero ambirvi sono Abruzzo, Lazio, Molise, Provincia autonoma di Bolzano e Umbria. Il timore è tuttavia quello di vanificare gli sforzi che si stanno compiendo per accelerare con le vaccinazioni per ridurre significativamente il numero di contagi.
Una delle strade percorribili è quella di individuare una via di mezzo, con l’allentamento di singole misura secondo un cronoprogramma graduale, che da un lato allenti tensioni e sfiducia, dall’altro contenga i rischi nuove ondate. Qualche esempio? L’orario del coprifuoco, che potrebbe essere esteso a mezzanotte, per consentire maggiori opzioni ai servizi di ristorazione, sfruttando gli spazi all’aperto. Per quanto concerne gli altri settori più colpiti come le attività culturali (cinema, teatri e musei) si ripropone l’ipotesi di apertura a maggio, con severi protocolli anti Covid. Per le palestre, invece, si pensa ad una riapertura solo graduale, con l’ammissione delle sole lezioni individuali.
Tra le ipotesi, nel calendario delle riaperture è segnato il 3 maggio come data di riapertura delle scuole superiori e successivamente l’allentamento per bar e ristoranti con servizio al tavolo, ma solo a pranzo e con tavoli all’aperto. I numeri decisivi saranno quelli raccolti il 23 aprile, quando si farà il punto su piano vaccinale e curva epidemilogica. Alcune forze politiche di maggioranza (in primis la Lega di Salvini ma anche Fratelli d’Italia) spingono per una riapertura anticipata già dal 26 aprile (in tal caso servirebbe un CdM ed un provvedimento ad hoc per anticipare la scadenza delle restrizioni), se il report ISS del 16 aprile dovesse già mostrare segnali postitivi. La linea cauta del Ministro della Salute Speranza sembra però percorrere strade meno dirette, generando inevitabili tensioni. Ad ogni modo, è poco probabile che si arrivi ad un anticipo ad aprile per il ritorno della zona gialla, considerando che per farlo servirebbe un apposito decreto legge.