Lo sblocco dei licenziamenti previsto tra giugno e ottobre (è previsto un diverso limite al temporale al divieto, a seconda che le imprese siano tutelate o meno dagli strumenti di integrazione al reddito ordinari) non avrà ripercussioni drammatiche dal punto di vista occupazionale, almeno per quanto riguarda le imprese artigiane. Secondo una recente indagine promossa dalla CNA, infatti, il trend generale è positivo.
Imprese che assumono o licenziano
Oltre il 30% delle attività interpellate nel mese di marzo, dichiara l’intenzione di promuovere nuove assunzioni al termine della campagna vaccinale. Se il 56,5% afferma di essere intenzionato a mantenere inalterato l’organico, solo il 13,2% sarà costretto a procedere con i licenziamenti. I settori che saranno caratterizzati dalle nuove assunzioni sono prevalentemente l’alloggio e la ristorazione, attualmente molto colpiti dagli effetti dalla pandemia ma cautamente ottimisti riguardo al futuro. Per quanto riguarda le previsioni a breve termine, il 55,4% delle imprese stima di continuare a ricorrere agli ammortizzatori sociali: questi rappresentano una risorsa soprattutto nel comparto della moda, dove la percentuale sale al 76,5%, nei servizi alla persona (83,3%) e nel turismo (88,6).