Fino al 6 aprile le regole Covid non consentono gli spostamenti per fare turismo in Italia, perché sono state eliminate le zone gialle e di conseguenza non si può uscire dal proprio Comune in zona arancione, con restrizioni ancor più severe in quelle rosse. Ma ci sono delle eccezioni: è possibile spostarsi per motivi turistici quando la destinazione è all’estero (nei paesi che lo consentono). Dunque, sono ammessi i tragitti da e verso aeroporti e stazioni anche uscendo da Comune o Regione. Una regola che pesa molto agli operatori italiani, come testimonia la protesta Federalberghi: «come è possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia»?
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Casa dicono le regole Covid
La possibilità di raggiungere l’aeroporto o la stazione, in deroga alle regole per le zone rosse e arancioni, viene ribadita da Astoi, l’Associazione dei tour operator, che ha ricevuto in questo senso una risposta positiva dal Ministero dell’Interno. Segnalando la questione al Viminale, l’associazione ha ricevuto conferma che gli spostamenti verso l’aeroporto dal quale si parte per l’estero sono possibili anche nelle zone ad oggi soggette a limitazioni. Del resto, si tratta di un pronunciamento coerente con le regole generali sugli spostamenti, che consentono sempre l’attraversamento di una zona rossa o arancione se è necessario per recarsi in una zona dove non ci sono restrizioni.
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Elenco paesi esteri verso cui si può partire
Le regole sugli spostamenti all’estero sono consultabili sul portale del Ministero degli Esteri, che riporta anche autodichiarazioni caso per caso ed elenchi dei paesi, con le relative limitazioni.
In estrema sintesi, è possibile andare – facendo un tampone nelle 48 ore precedenti – in: Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.
Bisogna invece fare la quarantena tornando da Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Singapore, Thailandia.
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Turismo vietato in Italia
«Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia»», protesta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. «Se è vero come è vero che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio – afferma Bocca – allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche».
Federalbrghi è critica anche nei confronti del Decreto Sostegni, in particolare sul fronte delle risorse stanziate per il turismo, che non sono ritenute sufficienti. E chiede al Governo di far ripartire il turismo, consentendo i viaggi a chi è vaccinato o ha un test negativo, dando quindi una interpretazione nazionale del passaporto vaccinale.
Ricordiamo che su quest’ultimo fronte è in arrivo la green card europea, che si chiamerà certificato verde digitale: c’è una proposta in questo senso già presentata dalla Commissione UE, che deve però passare ancora in Parlamento e in Consiglio europeo. Il capo della task force Ue per i vaccini Thierry Breton ha anticipato che la norma dovrebbe essere operativa entro metà giugno. Una volta resa operativa, potrà essere recepita dai vari paesi a livello nazionale, con la previsione di una piattaforma condivisa ed un sistema standardizzato di gestione del sistema.