Il report diffuso dal Centro Studi di Unimpresa, sulla base dei dati della Banca d’Italia aggiornati al terzo trimestre 2020, segnala una generale difficoltà nel versare le rate dei prestiti bancari che coinvolge le imprese e le famiglie italiane. Ammonta a 122 miliardi di euro, infatti, la quota dei crediti deteriorati delle banche italiane, con alcune disparità regionali.
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Se le aziende hanno arretrati per 83,1 miliardi di euro, la cifra relativa alle imprese familiari è pari a 8,9 miliardi mentre quella che riguarda le famiglie corrisponde a 16,6 miliardi.
Dal punto di vista geografico, i crediti deteriorati sono distribuiti per il 50,8% (62,1 miliardi) al Nord e per il 49,2% (60,1 miliardi) al Centro, al Sud e nelle Isole. Analizzando le sofferenze, il 48,3% riguarda il Nord (30,1 miliardi) mentre il 51,7% il Sud (32,2 miliardi). Un trend inverso si verifica per quanto concerne le inadempienze probabili, infatti al Nord le rate non pagate di prestiti sono pari al 55,2% del totale nazionale (30,3 miliardi), mentre il Sud si ferma al 44,8% (24,3 miliardi).
La nostra fotografia è la spia di una situazione da tenere sotto stretta osservazione: manca liquidità, ragion per cui famiglie e imprese non riescono più a onorare le scadenze con gli istituti di credito. Alcuni territori si troveranno a fronteggiare vere e proprie emergenze, ma già oggi emerge, nel Mezzogiorno, un quadro da allarme rosso. Temi, questi, finora ignorati o solo parzialmente affrontati sul piano politico, ma che purtroppo diventeranno crisi non più gestibili, sia da un punto di vista economico sia da quello sociale, quando nei prossimi mesi i danni cagionati dal Covid saranno irreparabili – commenta il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.