Il punto di forza è che «siamo una fintech dedicata alle PMI e alle Partite IVA e non vogliamo fare altro», e «siamo i primi a proporre un prodotto di credito nativo pensato su misura per le piccole e medie imprese»: così Federico Sforza presenta AideXa, di cui è amministratore delegato e co-founder. Il nome dell’azienda è già un primo “indizio” su missione e valori. «AideXa vuole comunicare i principi guida: ideazione, innovazione tecnologica, l’utilizzo dei dati per creare soluzioni semplici, facili e trasparenti».
Fondata nel giugno 2020, dopo un round di finanziamento da 45 milioni di euro (fra gli azionisti Gruppo Generali, Sella, Ifis e ISA), è operativa come intermediatore finanziario ma il progetto è diventare banca a tutti gli effetti. «Abbiamo chiesto l’autorizzazione nello scorso mese di settembre» spiega Sforza. Nel frattempo, AideXa ha appena lanciato un prodotto specifico per il credito alle PMI. «Crediamo che ci sia un momento propizio, nonostante la tragedia della pandemia, per rispondere ai bisogno degli imprenditori, semplificando, velocizzando», e fornendo «un accesso veloce al credito, attraverso servizi semplici, digitali, trasparenti».
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La componente fintech
AideXa si propone a un mercato in cui certo non mancano i concorrenti: dalle banche tradizionali che possono far leva sulla conoscenza del territorio, alle nuove banche digitali. Quali i punti di forza che ritiene di avere? In primo luogo, spiega Sforza, la tecnologia. Su questo fronte, una realtà che parte da zero «ha un vantaggio enorme», potendo scegliere gli strumenti di ultima generazione, dalle piattaforme alle modalità per stare in contatto con il cliente. Per esempio, «già ora un imprenditore può fare una video-chiamata con il banker» utilizzando uno strumento che fino a pochi anni, e anche pochi mesi fa, non era particolarmente utilizzato.
Rispetto alle banche tradizionali, «offriamo semplicità, tecnologie nuove, reattività, open banking evoluto, un’analisi dei dati innovativa. Un progetto analogo in una banca tradizionale avrebbe richiesto anni. Rispetto alle altre fintech, invece, abbiamo un approccio diverso. Le banche digitali sono spesso verticali, con servizi specifici. O fanno credito, oppure servizi di conto corrente. Noi invece facciamo la banca, una fintech bank per l’imprenditore».
«Siamo la prima fintech con un prodotto di credito nativo, basato sulla PSD2». Si tratta di uno strumento per la valutazione del merito di credito che consente di utilizzare, oltre ai dati tradizionali (come il bilancio), i dati bancari. Qui interviene la PSD2, che consente al cliente di cedere i propri dati a una terza parte. «Noi, li utilizziamo per valutare il merito di credito. Analizzando i flussi di cassa, siamo in grado di capire come sta andando l’impresa in tempo reale».
E’ un «cambio di paradigma», particolarmente utile in un momento come l’attuale, in cui il bilancio di un’impresa, che si riferisce all’anno prima, rischia di essere poco attendibile, riferendosi a un periodo pre Covid. Analizzare i dati bancari, consente invece di valutare anche la risposta al Covid, e questo abilita una valutazione aggiornata. «Le PMI, soprattutto nei settori più colpiti, come ad esempio la ristorazione o il turismo, in questo momento fanno fatica ad accedere al credito. La banca in questi casi penalizza l’intero settore per motivi di rischio. Noi invece capiamo chi è stato più reattivo e meritevole di credito. Per esempio, il ristorante che si è attivato, ha digitalizzato le procedure, ha innovato il delivery, è stato reattivo».
Offerta innovativa di credito
Nei giorni scorsi, AideXa ha lanciato il suo primo prodotto dedicato al credito alle PMI. Si chiama X – Instant, è un prestito a breve termine con durata 12 mesi e rimborso mensile, rivolto a ditte individuali, società di persone e capitali con fatturato compreso tra i 100mila e i 10 milioni di euro. E’ un prestito non garantito e si basa sul meccanismo sopra descritto di analisi dei dati.
«In cinque minuti l’impresa, dopo aver caricato i dati nel sistema online, conosce le condizioni del prestito. Le verifiche vengono fatte dopo. Avviene tutto online, ma in qualsiasi momento l’imprenditore può parlare con un business banker, per domande e chiarimenti».
I prestiti garantiti dal Fondo PMI o da SACE previsti dalle norme anti-Covid (con adesione volontaria da parte degli istituto di credito)? «Ci stiamo riflettendo. Siamo partiti con il prodotto più semplice possibile, senza garanzie. Stiamo studiano il modo migliore anche per fare questi prestiti con garanzie statali».
Riscontri dal mercato in questi primi mesi di attività. «Abbiamo un centinaio di clienti, i primi milioni di prestito erogato». I clienti apprezzano la facilità del servizio e l’accesso ai dati di open banking. «In questo siamo pionieri. Non tutte le banche hanno la stabilità del servizio per poter aggregare le informazioni. E in futuro useremo al tecnologia per altri servizi, magari connessi al conto corrente».
E siamo ai progetti per il futuro, che come detto nell’immediato vedono la “trasformazione”, o evoluzione, in banca vera e propria. «Abbiamo chiesto a settembre di essere banca, aspettiamo l’autorizzazione, poi lanceremo un prodotto di conto corrente, caratterizzato da semplicità, velocità e trasparenza, e rivolto a PMI e Partite IVA.
Infine, in considerazione dell’emergenza economica determinata dal Covid, e dei conseguenti piani di rilancio economici, la vision sul contributo che il settore delle fintech e delle banche digitali può dare alla ripresa: «spinta alla digitalizzazione, alla velocizzazione dell’accesso al credito, alla meritocrazia e alla democratizzazione dei dati; non mettere interi settori in black list a fronte di emergenze economiche ma aiutare gli imprenditori, soprattutto chi ha saputo reagire, facilitando l’accesso al credito e semplificandolo».