Governo Draghi: sì dal M5S, attesa per ministeri e programma

di Anna Fabi

11 Febbraio 2021 17:31

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Voto favorevole M5S su piattaforma Rousseau su appoggio a Draghi, tempi stretti per la formazione del Governo: il punto su programma e ministeri.

Ultime ore per Mario Draghi nella formazione del nuovo Governo. I i tempi sono ormai stretti, venerdì 12 febbraio il premier incaricato potrebbe sciogliere la riserva: a prescindere dal timing, questo è comunque un passaggio ormai scontato, visto che le consultazioni hanno fatto emergere un’ampia maggioranza (l’unica eccezione è Fratelli D’Italia). Sciolto il nodo di fondo relativo alla presenza nella compagine di maggioranza del Movimento 5 Stelle (il voto sulla piattaforma Rousseau ha visto la vittoria del sì al Governo), restano quelli su toto ministri e ovviamente programma. Su questi punti, le consultazioni forniscono una serie di elementi.

Compagine

Partiamo dal nodo più politico, ovvero il Movimento 5 Stelle. Il voto sulla piattaforma, dalle 10 alle 18, si è concluso con il 59% di voti favorevoli. Gli iscritti hanno risposto al seguente quesito:

Sei d’accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-ministero della Transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?

I vertici del partito erano già schierati a favore del Governo Draghi, orientamento che emerso nel corso delle consultazioni. Si sono espressi in questo senso, fra gli altri, il capo politico, Vito Crimi, il fondatore Beppe Grillo, il presidente della Camera, Roberto Fico, il ministro degli esteri, Luigi Di Maio.

C’è però un nutrito gruppi di parlamentari che invece è contrario, e ci sono critiche sulla formulazione del quesito, considerato di parte (cioè favorevole al sì).

=> Il Governo Draghi prende forma: verso il nuovo Esecutivo

Ministri

Il secondo punto sono i ministri, e qui ci sono una serie di indicazioni precise emerse dalle consultazioni. In base a quanto hanno riferito le delegazioni dei partiti, Draghi è stato molto chiaro. I ministri li sceglierà lui, sottoponendo la decisione al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rispettando pienamente quando previsto dall’articolo 92 della Costituzione.

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.

Significa che non ci sono spazi per le forze politiche di ulteriore discussione su questo punto: niente spartizione di poltrone fra i partiti di maggioranza. In base alle varie ricostruzioni di stampa, sembra che Draghi sia intenzione a rispettare un’equa ripartizione di genere (metà uomini e metà donne). Sul quesito di fondo che ha tenuto banco negli ultimi giorni (Governo tecnico o politico? Quindi, esponenti dei partiti o tecnici super partes?), forse una prima risposta si può trovare nel quesito sottoposto agli elettori pentastellati, che indica un “governo tecnico politico”. Significa che Draghi potrebbe rivolgersi sia a personalità politiche, quindi esponenti dei partiti, sia a supertecnici di sua fiducia.

Programma

Il terzo punto, fondamentale, è il programma. L’elemento forse più certo dopo le consultazioni è la forte caratterizzazione sul fronte della sostenibilità ambientale. In base a quanto dichiarato dalla presidente del WWF, Donatella Bianchi, al termine della consultazione con Draghi, ci sarà un ministero della Transizione ecologica. Per il resto, non ci sono anticipazioni. L’indicazione riportata dai partecipanti alle consultazioni è che Draghi è stato in ascolto, senza esporsi sul fronte delle decisioni.

Possiamo ricordare brevemente le principali richieste presentate dai rappresentanti delle imprese e dei lavoratori.

Confindustria ha individuato come priorità il piano nazionale di ripresa e resilienza, il piano vaccinale, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro, la riforma della Pubblica amministrazione, la necessità di una grande alleanza tra pubblico e privato per moltiplicare gli investimenti e concentrarli dove più servono.  Confapi insiste sulla necessità do puntare sulle PMI, dare priorità a salute e lavoro (fra i temi specifici, costo del lavoro, velocità dei pagamenti, vaccinazione nelle aziende, capitale umano).

Confartigianato a sua volta sottolinea la necessità di investire su artigiani e piccole imprese, e indica come priorità investimenti e riforme del fisco e della PA. Confcommercio punta su ristori tempestivi e adeguati alle perdite di fatturato delle imprese più colpite (come quelle dei settori commercio, ristorazione, turismo, cultura, servizi, trasporti), proroga cassa integrazione, un piano di rilancio per le attività economiche e il Paese.

Unioncamere mette l’accento su sostenibilità e digitalizzazione, e un sistema di ascolto e policy stabili per le piccole e medie imprese. Anche CNA chiede attenzione per le PMI, e indica come priorità campagna vaccinale, nuove misure di sostegno per le imprese più colpite dalla crisi, un piano per le riaperture in sicurezza, riforme di pubblica amministrazione, giustizia, fisco, lavoro e istruzione. Fra le richieste prioritarie dei sindacati, la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid, e piè nel medio lungo periodo riforma ammortizzatori sociali e politiche attive.