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Imprese Roma: incassi in calo e ristori insufficienti

di Anna Fabi

27 Gennaio 2021 08:10

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Fotografia delle imprese commerciali romane nel post Covid e primo bilancio dei saldi invernali che stentano a decollare.

Monitorare lo stato di salute delle imprese del commercio attive nella Capitale, anche alla luce degli effetti dei saldi invernali iniziati il 12 gennaio: con questo obiettivo la CNA di Roma ha realizzato un sondaggio coinvolgendo 300 titolari di esercizi commerciali con sede in due delle vie principali dello shopping, Viale Marconi e Via Cola di Rienzo.

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Quello che emerge è un quadro poco rassicurante, segnato da un calo del 50% degli incassi se confrontati con lo stesso periodo dell’anno scorso, a causa delle forti restrizioni ancora in atto per contrastare l’emergenza sanitaria.

Interpellati sull’accesso ai ristori, oltre l’80% dei commercianti ha affermato di aver usufruito di questa misura nel corso dei mesi caratterizzati dalla pandemia, tuttavia il 98% degli intervistati ha ricevuto in totale meno di 5.000 euro e soltanto il 2% più di 5.000 euro. La maggioranza degli interpellati, pari a quasi il 90%, ha potuto diminuire o rinegoziare il canone d’affitto.

I decreti ristori così come sono non possono bastare. E a dirlo non è solo la CNA di Roma, ma sono i numeri sconfortanti che il nostro report ci consegna. Le forti restrizioni a cui sono sottoposti i negozi per via del Covid hanno avuto effetti disastrosi sugli incassi. Il 71% dei commercianti che abbiamo intervistato dichiara perdite di oltre il 50 % rispetto agli incassi dei saldi nello stesso periodo dell’anno passato – commenta Stefano Di Niola, Segretario della CNA di Roma.

Per quanto riguarda il commercio elettronico, aumentato del 25%, cresce la quota dei commercianti che vede in questo dato un trend positivo destinato a durare nel tempo: il 59% ritiene che il commercio elettronico crescerà di un ulteriore 10%; mentre il 41% pensa che si attesterà su un +20%.

Il Governo ci ascolti: è necessario che agli imprenditori vengano dati strumenti in più per poter sopravvivere – conclude Di Niola. Chiediamo subito la pace fiscale ed un allungamento dei periodi di pre-ammortamento sui prestiti bancari. Senza queste due misure il prossimo bilancio che stileremo sarà pesante e racconterà di migliaia di attività chiuse.