Pur non utilizzando il riscaldamento centralizzato del mio condominio, all’arrivo del verbale ho visto l’addebito a mio carico di un costo per riscaldamento: ho contestato la cifra all’amministratore anche alla luce della sentenza della Corte di Cassazione n.15932/2019, ma mi è stato risposto che “una percentuale del 30% viene addebitata per la dispersione”. Corrisponde al vero? E’ una pretesa legittima?
Le unità immobiliari in condominio che non utilizzano il riscaldamento centralizzato sono comunque tenute a pagare una quota fissa. La sentenza da lei citata non esclude questa possibilità, limitandosi a riconoscere il diritto a non pagare la quota piena delle spese per i condomini che non lo utilizzano.
C’è una norma del codice civile, il comma 4 dell’articolo 1118, in base al quale un condomino «può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma».
=> Riscaldamento in condominio: rinuncia senza costi
Al di là del diritto al distacco, che non la riguarda, viene comunque precisato che in ogni caso si debbano pagare le quote fisse per manutenzione straordinaria, conservazione e messa a norma.
Quindi, per tornare al suo caso specifico, è corretto il pagamento di una quota, ma deve verificare nel suo caso a quanto corrisponde, perché non dovrebbe essere una percentuale sui consumi ripartiti quanto piuttosto una voce a sé.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz