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Decreto Ristori 5: definite le risorse in CdM

di Anna Fabi

15 Gennaio 2021 12:55

In CdM scostamento di Bilancio da 32 miliardi per finanziare il Ristori 5, nuovo DPCM con regole anti Covid , verso passaggi di fascia regionali.

Lo scostamento di Bilancio che il Governo chiede di approvare è pari a 32 miliardi. Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella notte fra il 14 e il 15 gennaio la relazione da presentare alle Camere. Ora la parola passa al Parlamento. Successivamente all’approvazione, l’Esecutivo potrà utilizzare le nuove risorse, che serviranno a finanziare il Decreto Ristori 5. Un nuovo provvedimento di natura economica, con le misure di sostegno alle categorie più colpite dalla crisi Covid: lavoratori, imprese (per lo più del commercio) e professionisti. Attesa anche una nuova pace fiscale.

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«Le misure che il Governo si appresta ad adottare – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi -, in continuità con quanto già fatto nel 2020, hanno lo scopo di sostenere ulteriormente gli operatori economici, i settori produttivi e i cittadini maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia da COVID-19».

Misure attese nel Ristori 5

«Sono previsti stanziamenti destinati a interventi a tutela del lavoro, per il settore sanitario e in favore delle imprese – prosegue il comunicato- che consentano di accelerare e potenziare la ripresa dell’attività economica, nonché ulteriori risorse per gli enti territoriali». In base alle anticipazioni, nel dettaglio il nuovo decreto Ristori conterrà:

  • nuovi contributi a fondo perduto per negozi, ristoranti, e professionisti, rapportati non più ai codici Ateco ma alla perdita di fatturato, che verrà misurata su un periodo più ampio rispetto al passato (quando si prevedeva solo il confronto aprile 2020/aprile 2019);
  • una nuova tranche di cassa integrazione, aggiuntiva rispetto a quella già prevista dalla Legge di Bilancio fino al prossimo mese di marzo;
  • nuovi bonus per i lavoratori autonomi o di settori particolarmente colpiti dalla crisi;
  • una pace fiscale che conterrà una rottamazione cartelle e un provvedimento di saldo e stralcio.

I tempi dovrebbero essere brevi, crisi di Governo permettendo. A questo proposito, due precisazioni: in Parlamento continuano a esserci i numeri per far passare lo scostamento di bilancio, anche dopo l’uscita dal Governo di Italia Viva, che ha comunque assicurato il suo appoggio. Bisogna capire quando la votazione sarà messa in calendario, anche in considerazione dell’iter, sempre parlamentare, della crisi stessa (il Premier Giuseppe Conte chiederà la fiducia lunedì 18 gennaio alla Camera e martedì 19 in Senato). Solo dopo il via libera del Parlamento allo scostamento di Bilancio il Governo potrà approvare il Ristori 5. Compatibilmente con la crisi, il provvedimento è atteso per la prossima settimana.

DPCM Covid: regole dal 16 gennaio

Intanto è stato firmato il nuovo DPCM con le regole anti Covid valide dal 16 gennaio. Due le principali novità: i bar non potranno più fare l’asporto dopo le 18 ma solo il delivery (senza limiti di orario) anche in zona gialla (per i ristoranti invece restano le regole attuali, con la possibilità di asporto fino alle 22); riaprono i musei nelle zone gialle. Altri dettagli: le piste da sci restano chiuse fino al 15 febbraio.

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Le regole del nuovo DPCM si coordinano con quelle del decreto legge approvato fra il 13 e il 14 gennaio, che conferma la chiusura dei confini regionali in tutta Italia fino al 15 gennaio, con la possibilità di visitare parenti e amici (massimo due persone) per una sola volta al giorno anche nelle zone rosse, derogando gli spostamenti fuori Comune nelle zone arancioni per centri fino a 5mila abitanti nel raggio di 30 km ma senza andare nei capoluoghi.

Infine, in giornata saranno ufficializzati i nuovi passaggi cromatici delle regioni in base al monitoraggio. Lombardia verso al zona rossa assieme a Sicilia e provincia autonoma di Bolzano. Dovrebbero invece diventare arancioni Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Sono già in questa fascia, e dovrebbero restarci, Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.