Italia Viva si ritira dal Governo: il leader Matteo Renzi ha ufficializzato le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Pari opportunità), nonché del sottosegretario Ivan Scalfarotto, motivando la decisione con il disaccordo su Recovery Plan e MES. Significa che è formalmente aperta la crisi di Governo perché l’Esecutivo guidato da Giuseppe Conte non ha più la maggioranza.
Ora si aprono diversi scenari. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha spiegato di non avere pregiudiziali su un eventuale nuovo mandato a Giuseppe Conte. Ribadito invece il no a qualsiasi ribaltone (quindi a maggioranze allargate). Margini per ricucire il Governo con la stessa maggioranza? Un programma di fine legislatura non è escluso, ma «vogliamo vedere il progetto».
Intanto, Renzi ha comunque assicurato che voterà il prossimo DPCM anti Covid, lo scostamento di Bilancio e il decreto Ristori 5.
Nel pomeriggio era sembrato ci fossero spazi di mediazione dopo l’incontro fra il premier, Giuseppe Conte, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato aveva insistito per sbloccare la situazione, chiedendo alle forze di maggioranza di «uscire al più presto dallo stato di incertezza». E Conte aveva dichiarato di voler evitare la crisi di Governo, escludendo la conta alla Camere per ottenere una fiducia da una maggioranza diversa da quella attuale, e offrendo alle attuali forze un accordo di legislatura.
Il Governo non può prendere un voto qua e uno là, serve una maggioranza solida.
Questa posizione ha escluso l’ipotesi di ribaltone, con una nuova maggioranza aperta a nuove forze (una specie di Governo dei responsabili, con l’appoggio di parlamentari del centrodestra). In parole semplici, Conte ha annunciato che, senza l’appoggio di Italia Viva, si sarebbe dimesso, rimettendo il mandato al Quirinale senza cercare la fiducia per una nuova maggioranza.
Renzi ha però ritirato i ministri, aprendo quindi la crisi. Non sembra aver funzionato il lavoro di ricucitura, compreso quello dei leader della maggioranza («si faccia di tutto per riprendere il dialogo», il segretario del Pd, Nicola Zingaretti; «tutti facciano un passo indietro», il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio).
La frattura vera e propria si è consumata nella serata di martedì 12 gennaio, con le due ministre Bellanova e Bonetti astenutesi dal voto sul Recovery Plan (approvato dal Consiglio dei Ministri), dal quale è stato escluso il ricorso al MES. Sempre ieri la presa di posizione del Premier, che aveva escluso una maggioranza con Italia Viva se Renzi avesse ritirato le ministre. Un ultimatum che ha aperto la possibile strada del ribaltone. E’ questo il punto su cui Conte è tornato indietro, dando l’impressione di un possibile margine di accordo. Ma alla fine la crisi è stata aperta. Ora bisogna capire come si evolverà la situazione.