Tratto dallo speciale:

Cashback: i limiti della app IO e le alternative

di Anna Fabi

11 Dicembre 2020 12:19

logo PMI+ logo PMI+
Problemi di registrazione e inserimento degli strumenti di pagamento: ecco i metodi alternativi alla app IO per partecipare al cashback di Stato.

Oltre ai problemi di registrazione dovuti al picco di richieste, non mancano le criticità anche nei successivi passaggi d’uso della app IO, soluzione di Stato per partecipare al cashback di Natale.

E non si esclude che, in considerazione dei disservizi e del conseguente rallentamento della fase di avvio, il Governo decida di estendere il periodo di validità del cashback di dicembre, prorogandolo fino al 6 gennaio. Al momento, infatti, il Cashback di Natale ammette acquisti effettuati dall’8 al 31 dicembre e consente un rimborso del 10% sulle spese effettuate con metodi di pagamento elettronici, a condizione che vengano effettuati almeno dieci diversi acquisti nel periodo.

La situazione intanto è in divenire e si continuano a segnalare disservizi attribuibili alla fase di rodaggio ed al traffico intenso di accessi: lo stesso team di gestione se ne scusa su  Facebook, motivando il rallentamento da «un’enorme volume di richieste nella sezione Portafoglio».

Collegamento carte

Alla app si sono iscritti in pochi giorni quasi 3 milioni di utenti, che hanno attivato altrettanti strumenti di pagamento, il cui caricamento presenta ancora seri rallentamenti, essendo in fase di smaltimento la coda accumulata negli ultimi giorni.

Per utilizzare la app, dopo la la procedura di registrazione tramite identità digitale (SPID o CIE), bisogna inserire gli strumenti di pagamento con cui si effettuano le transazioni tramite le quali si vuole partecipare al cashback (carte di debito/credito e altri circuiti di pagamento). Come spiega il team, «ciò permette di verificare se i dati inseriti sono corretti: la verifica avviene tramite una transazione di qualche centesimo di Euro che verrà successivamente stornata».

Soluzioni alternative

Al malfunzionamento sulla verifica delle carte di pagamento (che in teoria dovrebbe essere già attiva per tutte le principali carte) si aggiunge la mancanza, per ora, delle convenzioni con altri sistemi di pagamento digitali. Come noto, infatti, ancora non sono abilitati Apple Pay né Google Pay, Samsung Pay, Satispay o Pay Pal.

E’ comunque possibile partecipare al cashback anche senza la app IO utilizzando specifici sistemi di pagamento che hanno autonomamente abilitato questa funzione. Fra quelli già attivi: Satispay, Nexi Pay, YAP, Hype, Bancoposta e Postepay, American Express.

In vista c’è un potenziamento del mercato: il circuito Pagobancomat dovrebbe essere pronto con una propria funzionalità BancomatPay nel prossimo gennaio. E dalla metà del 2021, potrebbe arrivare una propria iniziativa di cashback, come ha spiega l’amministratore delegato Alessandro Zollo, intervistato da Repubblica: «in aggiunta a quello del Governo, prevedremo un ulteriore rimborso di almeno il 5%».

Un trend destinato a consolidarsi, sulla scia di iniziative analoghe già attive, come il cashback di Poste Italiane, che con le sue carte abilitate consente di sommare il rimborso di Stato a quello erogato in via autonoma (con proprie regole). Con Postepay Cashback, ad esempio, si riceve un rimborso ulteriore di 1 euro in aggiunta a quanto versato dallo Stato.

Per il Cashback di Stato, lo ricordiamo, il rimborso massimo per ogni singola spesa è di 15 euro, per il totale del periodo pari a 150 euro (10%). Il rimborso arriva sul conto corrente, nel mese di febbraio 2021 (in fase di registrazione al servizio tramite la app IO, viene richiesto l’IBAN del conto su cui accreditare le somme).

Salvo proroghe, il progetto proseguirà nel 2021 a regime, con il rimborso ogni sei mesi e un minimo di operazioni nel periodo pari a 50. Immutati i tetti di 15 euro a operazione e 150 euro a semestre.