Sono 21 i parametri attraverso i quali il Ministero della Sanità decide in quali fasce di rischio (gialla, arancione, rossa) vada inserita una Regione in base all’ultimo Dpcm del Governo.
I 21 indicatori rappresentano altrettanti coefficienti di rischio, la combinazione dei quali determina la definizione del rischio generale presente in un territorio, e delle relative limitazioni che bisogna applicare., suddivisi a loro volta in tre macro-aree:
- diffusione del contagio;
- gestione dei casi;
- tenuta del sistema sanitario.
Sei parametri sono legati alla diffusione del contagio, sei alla capacità diagnostica e di cura del sistema sanitario (fra cui la percentuale di tamponi positivi), nove sulla tenuta dei sistemi sanitari. In generale, misurano la diffusione del contagio in termini di casi sintomatici, ricoveri e gravità dei sintomi, indice RT (diffusione del contagio), tempi di cura del sistema sanitario, posti letti occupati negli ospedali e in terapia intensiva, indice di occupazione dei posti letto.
Vediamo nel dettaglio quali sono i 21 criteri che vengono considerati.
Diffusione del contagio
All’interno di questo raggruppamento, ci sono sei parametri:
- numero di casi sintomatici;
- numero di casi con ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia intensiva TI);
- numero di casi con ricovero in reparto di terapia intensiva (TI);
- numero di casi per ogni comune;
- numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale);
- numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).
Capacità di accertamento diagnostico e gestione dei contatti
- Percentuale di tamponi positivi;
- tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi;
- tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale);
- numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing;
- numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento;
- numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.
Tenuta dei servizi sanitari
- Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni;
- Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione);
- numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale);
- numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno;
- numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito);
- numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note;
- numero di accessi al Pronto soccorso con classificazione riconducibile a COVID-19 (opzionale;
- tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19;
- tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.
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Il monitoraggio del ministero viene fatto settimanalmente. Una zona arancione potrebbe salire in zona rossa, e una regione a rischio moderato diventare arancione o rossa. Al momento, ci sono quattro regioni in zona rossa (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria) e due in zona arancione (Puglia e Sicilia), che rimarranno quindi in semi lockdown per almeno 15 giorni. Le altre regioni potrebbero, fra una settimana, cambiare fascia rispetto all’attuale distribuzione.