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Gualtieri: proroga moratoria crediti, nuovi scaglioni IRPEF da gennaio 2022

di Anna Fabi

Pubblicato 14 Ottobre 2020
Aggiornato 8 Dicembre 2020 08:23

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Anticipazioni dal ministro dell'Economia su Manovra e Recovery Plan: riforma fiscale e assegno unico, moratoria crediti PMI, misura per la crescita.

Lo strumento della legge delega verrà utilizzato dal Governo sia per la riforma fiscale sia per quella sul riordino delle agevolazioni per le famiglie con figli, che introdurrà l’assegno unico.

Entrambe le norme saranno predisposte entro la fine dell’anno, quindi nell’ambito della sessione di Bilancio: l’obiettivo del Governo è che l’assegno unico universale parta già nel 2021, mentre la revisione delle aliquote IRPEF dovrebbe partire a gennaio 2022.

I dettagli sono forniti dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in sede di audizione parlamentare sulla NaDEF, la nota di aggiornamento al DEF, il documento di economia e finanza. Il quale ha anche spiegato che il taglio delle tasse sarà a favore dei ceti medi e bassi.

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Riforme

La riforma fiscale sarà complessa, e in base al meccanismo della legge delega verrà predisposta nel corso del tempo. Gualtieri sottolinea che la revisione dell’IRPEF sarà un pilastro fondamentale, operativo dal 2022. Tempi più stretti, invece, per l’assegno unico universale, previsto per il 2021. Si tratta, fondamentalmente, di un intervento di riordino di tutte le agevolazioni attualmente previste (bonus sili, bonus nascite e via dicendo), verso una misura più universalistica.

Altri interventi in Manovra

Ci saranno «significative risorse per continuare anche nel 2021 l’azione di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori, in particolare nei settori più impattati dall’emergenza Covid-19 e che, ancora soggetti alle limitazioni imposte per contenere il contagio, mostrano un recupero più contenuto rispetto ad altri e per questo necessitano di una particolare attenzione».

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Verrà completato il finanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente: sono i 100 euro in busta paga da luglio scorso per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 40mila euro. In base alla legislazione vigente (la manovra dello scorso anno), è strutturale per i redditi fino a 28mila euro, mentre termina a fine anno 2021 fra i 28mila e i 40mila euro. L’obiettivo, evidentemente, è di prorogarlo anche per questi lavoratori.

Avanti anche con il «taglio contributivo al Sud, già introdotto dal decreto-legge di agosto limitatamente agli ultimi mesi del 2020».

Moratoria crediti imprese

Il Governo sta anche pensando di prolungare ulteriormente la moratoria sui prestiti delle PMI, che attualmente scade il 31 gennaio. In generale, la politica economica del Governo è basata sul sostegno a lavoratori e imprese in difficoltà a causa della crisi epidemica, ma anche sull’impegno a «gettare le basi per una forte ripresa economica, evitando invece di appesantire la finanza pubblica con ulteriori impegni di natura permanente».

E questa impostazione riguarda sia la Legge di Bilancio vera e propria, sia il Recovery Plan italiano, le cui linee guida vanno presentate ufficialmente alla commissione Ue il 15 ottobre, e che è finanziato con le risorse Ue (all’Italia vanno 209 miliardi di euro). Obiettivo: un piano di riforme che «si inseriscono nell’ambito di un disegno di rilancio e di transizione verso un’economia più innovativa, più sostenibile dal punto di vista ambientale e più inclusiva sotto il profilo sociale. Si tratta di un investimento sul futuro delle giovani generazioni, che porterà nuove opportunità di lavoro e, più in generale, condizioni tali da rendere il Paese più moderno, equo e sostenibile, senza che ciò porti ad indebitamento aggiuntivo».

Fra gli interventi previsti: «rafforzare la ricerca, la formazione, la digitalizzazione e la riconversione dell’economia in chiave di sostenibilità ambientale. Particolare attenzione sarà dedicata alla coesione territoriale, che sarà rinsaldata attraverso la fiscalità di vantaggio, gli investimenti infrastrutturali e, più in generale, il rafforzamento di fattori abilitanti per la crescita. Un asset decisivo sarà quello dell’equità di genere».