Il Comune di Milano si colloca a pieno titolo tra le realtà pubbliche che hanno attivato il lavoro a distanza su vasta scala, coinvolgendo tutte le posizioni le cui mansioni vengono considerate gestibili da remoto. Una possibilità data a circa un terzo dei 15mila dipendenti che fanno capo all’amministrazione locale.
Dal confronto con le organizzazioni sindacali e la RSU, inoltre, emergono altri obiettivi ancora più ambiziosi: sono previsti sei giorni al mese di Smart Working per ogni dipendente e si prevede la creazione di una ‘banca’ delle giornate mensilmente non fruite, in modo tale che quelle non godute possano essere ridistribuite nello stesso mese fra i colleghi della stessa direzione, secondo un principio di solidarietà e di equilibrio tra le esigenze dei dipendenti e l’efficienza dei singoli uffici.
A questa misura si affianca la flessibilità oraria in uscita, con possibilità di recuperare il monte ore non lavorate nello stesso mese per conciliare la vita lavorativa con i tempi della scuola.
Il tavolo di confronto ha anche confermato l’estensione del lavoro agile, 5 giorni su 5, per tutti i dipendenti che hanno ottenuto la certificazione di fragilità e per beneficiari di Legge 104, così come per i genitori di figli inferiori ai 14 anni a casa per Covid e per il personale in isolamento fiduciario e in quarantena.
L’amministrazione sta anche valutando l’ipotesi di creare una rete di postazioni di lavoro “di prossimità”, al fine di limitare gli spostamenti e decongestionare i trasporti pubblici.
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Abbiamo di fronte mesi ancora complessi e gravosi e l’impegno di tutti è massimo per garantire la sicurezza dei dipendenti, la conciliazione e l’efficienza dei servizi – ha commentato l’assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Risorse umane Cristina Tajani.