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Fisco, lavoro, imprese: le riforme in Manovra 2021

di Barbara Weisz

Pubblicato 7 Ottobre 2020
Aggiornato 28 Dicembre 2020 14:52

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Guida alle riforme nella Legge di Bilancio 2021: fisco, salario minimo, cuneo fiscale, statuto dell'impresa ecc.

C’è un pacchetto di riforme concentrato su fisco, lavoro e innovazione nel programma del Governo per la Legge di Bilancio 2021: la NaDEF, Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza appena approvata dal Governo, ne elenca 22, alcune già ampiamente annunciate come la riforma fiscale e quella degli ammortizzatori sociali, altre da tempo al centro del dibattito politico ma  ora annunciate ufficialmente, come il salario minimo e la rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva, altre ancora che hanno l’obiettivo di preparare il terreno per la ripartenza: disegno di legge sullo statuto d’impresa, riordino incentivi imprese, Startup e PMI.

«La prossima legge di bilancio e le sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility avranno un valore complessivo pari a circa il 2% del PIL nel 2021», scrive il ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri, nella premessa della NaDEF. «La crescita economica ne beneficerà significativamente, attestandosi al sei per cento. Nel biennio successivo l’intonazione espansiva della politica di bilancio si attenuerà gradualmente fino a raggiungere un avanzo primario di 0,1 punti percentuali e un indebitamento netto in rapporto al PIL del tre per cento. Nel 2022 verrà quindi recuperato il livello del PIL registrato nell’anno precedente la pandemia».

Come più volte sottolineato, la sessione di Bilancio 2020-2021 è particolarmente impegnativa. Non c’è solo la Manovra, ma anche il Recovery Plan finanziato dalle risorse europee del Next Generation Ue. Interventi che «permetteranno di rilanciare gli investimenti pubblici e privati e attuare importanti riforme all’interno di un disegno di rilancio e di transizione verso un’economia più innovativa e più sostenibile dal punto di vista ambientale e più inclusiva sotto il profilo sociale».

Si tratta, sottolinea lo stesso Gualtieri, «di un’occasione unica e irripetibile, non solo per superare le conseguenze della pandemia, ma anche per migliorare e rilanciare il nostro Paese e renderlo protagonista delle sfide del futuro».

Legge di Bilancio 2021

E veniamo alla manovra vera e propria. La NaDEF annuncia «significative risorse per il sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori, segnatamente nei settori più impattati dall’emergenza Covid-19», il «finanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente (i cosiddetti 100 euro)» e del «taglio contributivo al Sud già introdotto dal decreto-legge di agosto limitatamente alla seconda metà del 2020». Una «componente di rilievo», è rappresentata da «un’ampia riforma fiscale, che il Governo intende attuare sulla base di una Legge delega che sarà parte integrante del PNRR e dei relativi obiettivi intermedi. La riforma si raccorderà all’introduzione dell’assegno unico e universale per i figli».

Riforma fiscale

Ci sono già su questo fronte un serie di anticipazioni. Innanzitutto, le parole di Gualtieri: una riforma «finalizzata alla semplificazione e alla trasparenza, al miglioramento dell’equità e dell’efficienza del prelievo e alla riduzione della pressione fiscale». Verrà «introdotto un nuovo fondo da alimentare con i proventi delle maggiori entrate legate all’aumento della compliance fiscale che verranno successivamente restituiti, in tutto o in parte, ai contribuenti sotto forma di riduzione del prelievo. Il Governo intende infatti stabilire un patto fiscale con i cittadini italiani che premi la fedeltà fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori». Di seguito interventi di riforma fiscale allo studio.

  • Proroga taglio cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fra i 28mila e i 40mila euro (previsto per il momento solo fino al prossimo 31 dicembre): l’intervento è annunciato nella NaDEF, quindi è certo.
  • Riforma aliquote IRPEF: è un terreno più incerto, per il momento non ci sono indicazioni sul modo in cui sarà eventualmente portato avanti.

=> Riforma detrazioni IRPEF per redditi medio-alti

  • Revisione detrazioni fiscali: è probabile che venga inserito, più difficile capire in che termini. Restano allo studio le ipotesi di un taglio lineare (portando, ad esempio, al 17% le detrazioni che sono attualmente al 19%) ma ci sono anche altre opzioni, come quella di un taglio in base al reddito: al di sopra di determinate fasce (si pensa a 55mila o 75mila euro), le detrazioni non potrebbero superare una determinata percentuale (si pensa al 2% del reddito).
  • Riforma tassazione Partite IVA: questo è un intervento che potrebbe essere finanziato con le risorse europee e consisterebbe in uno stop all’attuale sistema di acconti e saldi, in favore di una tassazione in base a quanto effettivamente incassato, su base mensile o trimestrale.

=> Riforma Partite IVA: IRPEF per cassa e deduzioni al 100%

Infine, Gualtieri ha precisato, sempre nella prefazione alla NaDEF, che «la riforma sarà disegnata in maniera coerente con la legge delega in materia di assegno unico, anche per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e aumentare la crescita demografica».

Riforme Lavoro

Oltre al taglio del cuneo fiscale, a favore dei lavoratori, si prevedono le seguenti riforme.

  • Ddl in materia di salario minimo e rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva: il nodo principale da sciogliere è il meccanismo da prendere come riferimento per stabilire il salario minimo. Un tetto fissato per legge, oppure basato sulla contrattazione (prendendo per esempio come riferimento i minimi contrattuali delle diverse categorie).
  • DdL per l’aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
  • Smart working: annunciato un Ddl con “Disposizioni in materia di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni”. Non si escludono (ma la NaDEF non ne parla) misure in manovra sullo smart working nel privato, in considerazione del fatto che il prossimo 31 dicembre decade la possibilità per le imprese di ricorrere alla modalità semplificata di accesso al lavoro flessibile.
  • Riforma ammortizzatori sociali: ne ha parlato più riprese la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. Si va verso una semplificazione e un riordino degli attuali strumenti, introducendo un nuovo strumento universale.

Imprese

Fra le novità registriamo il Ddl su statuto dell’impresa. L’obiettivo della norma in preparazione è spiegato dal ministero dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: recuperare «il rapporto di fiducia tra chi governa e chi fa impresa». Essere imprenditore «è una libertà che la nostra Costituzione riconosce a ciascuna persona e i cui limiti non possono essere «tali da renderne impossibile o estremamente difficile l’esercizio». Dunque, aveva spiegato, ad esempio, il ministero in sede di assemblea annuale di Confindustria, va assicurato «il diritto a fare impresa in un contesto di regole chiare, stabili e certe nel tempo» in grado di sostenere gli sforzi quotidiani e la crescita delle imprese, che non devono essere soffocate da burocrazia e adempimenti.

=> Crisi imprese: un piano per la ripresa della manifattura

Sono poi previste riforme specifiche per determinati settori:

  • sostegno e valorizzazione dell’agricoltura e della pesca,
  • disposizioni in materia di spettacolo, industrie culturali e creative e turismo,
  • semplificazione e riordino in materia di start-up e PMI innovative,
  • revisione organica degli incentivi alle imprese,
  • disposizioni per lo sviluppo delle filiere e per favorire l’aggregazione tra imprese,
  • riforma disciplina legge quadro per l’artigianato.

Altre riforme

L’elenco dei ddl annunciati nella NaDEF comprende infine le seguenti materie:

  • titoli universitari abilitanti (cd. DDL “lauree abilitanti”),
  • alta formazione artistica, musicale coreutica (cd. DDL “riordino AFAM”),
  • normativa ambientale, green economy ed economia circolare (Green Generation),
  • giustizia tributaria,
  • giochi,
  • prevenzione della corruzione e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni,
  • dissesto idrogeologico,
  • autonomia differenziata di cui all’articolo 116, 3 comma, della Costituzione,
  • raccordo tra Amministrazioni centrali e regionali,
  • ordinamento degli enti locali.