Vorrei conoscere le fonti normative che permettono all’ENASARCO di incassare contributi senza erogare controprestazioni in caso di mancato raggiungimento del minimo contributivo. Essendo una Fondazione di diritto privato la mancata restituzione del corrispettivo in assenza di controprestazione non si configura come un illecito arricchimento?
Non credo che ci sia un riferimento legislativo specifico per i contributi silenti: sono le diverse norme sulle pensioni che stabiliscono i requisiti minimi che il lavoratore deve avere per andare in pensione. Gli istituti previdenziali decidono poi, attraverso i rispettivi statuti, cosa succede dei contributi versati che non danno diritto a nessun trattamento previdenziale: i contributi silenti, appunto.
Esistono enti previdenziali che li restituiscono, con diverse modalità, altri che invece non riconoscono al lavoratore che li h versati nessun diritto al rimborso. Fra questi ultimi, fra l’altro, c’è l’INPS: l’istituto nazionale di previdenza non restituisce agli iscritti i contributi silenti. Anche l’Enasarco, come lei correttamente rileva, è fra gli enti di previdenza che non prevedono la restituzione dei contributi silenti.
In generale, mi limito a sottolineare due elementi: credo che tutti gli enti di previdenza di categoria dei professionisti siano enti di diritto privato, come l’Ensarco. In quanto enti di previdenza, svolgono una finalità di pubblico interesse. Di conseguenza, l’eventuale illecito sarebbe di tutti gli istituti di previdenza che non restituiscono i contributi silenti.
=> Contributi silenti: cosa fare, guida completa
La seconda considerazione è che ci sono da tempo molte posizioni su questa questione, che viene sollevata in più sedi. Anche il legislatore si è posto il problema dei contributi silenti, a più riprese, ma al momento non mi pare ci siano novità di rilievo da segnalare.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz