Dopo l’annuncio della Commissione Europea di voler andare in direzione di un taglio delle tariffe di terminazione, le principali compagnie telefoniche – comprese le italiane Telecom Italia e Vodafone – hanno commissionato uno studio per dimostrare che il taglio non porterà vantaggi ai consumatori, al contrario rischia di sfavorirli.
Il rapporto è stato presentato da Frontier Economics a Bruxelles in questi giorni.
Dopo aver analizzato il modello Usa (dove i prezzi di terminazione sono da sempre molto bassi rispetto alla media europea) lo studio ha portato alla conclusione che il taglio non porterà al calo di prezzi auspicato dalla Commissione.
Con molta probabilità, i tagli si tradurranno in: pagamenti anche per le chiamate ricevute, abbonamenti per uso del cellulare, canoni per servizi banda larga. Questo potrebbe a rallentare o ridurre la diffusione dei cellulari in Europa e incidere sul mercato.
Sempre secondo lo studio, un calo del 2% delle tariffe di terminazione porterebbe anche ad una riduzione dell’11% del benessere dei consumatori ed un calo del 9% nella diffusione del cellulare, che corrisponde a 42 milioni di utenti in meno in Europa Occidentale.
Gli operatori portano ancora l’esempio degli Usa: negli Stati Uniti la penetrazione e la copertura sono molto più bassi che in Europa. Sì ai tagli dunque, ma non così alti come richiesto dalla Ue.
Per il momento la Commissione rimane però dell’idea contraria e continua a fare pressione sui regolatori nazionali perché siano più aggressivi nei tagli programmati ai costi di terminazione, convinta che il mercato se ne avvantaggerà.
Per quanto riguarda l’esempio degli Usa, la Ue ritiene che lì la penetrazione e la copertura soffrano soprattutto dalle ampie distanze e dalla scarsa densità abitativa.