Con un’Italia in piena Fase 3 dell’emergenza Coronavirus e la proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre, le imprese stanno imparando a convivere con il rischio Covid-19 e definendo nuove strategie per la propria ripresa.
Una situazione che per certi versi rappresenta uno stimolo per l’evoluzione del business per tante PMI, verso una trasformazione digitale più veloce e concreta.
Sono tantissime, ad esempio, le aziende che avendo toccato con mano i vantaggi dello smart working durante il lockdown stanno optando per mantenere questa modalità di lavoro per ampie fasce della forza lavoro.
Coronavirus: il ruolo delle tecnologie
Come emerso in un recente sondaggio promosso da The Innovation Group, il protrarsi della situazione legata all’emergenza Coronavirus sta facendo maturare nuovi modelli operativi in cui le tecnologie hanno un ruolo abilitante, portando ad una trasformazione organizzativa: dalla revisione degli spazi fisici e della contrattualistica.
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In un contesto in cui le aziende sono preoccupate per quello che è stato l’impatto economico della pandemia, soprattutto dal punto di vista del fatturato, la digitalizzazione del business è vista come la strada principale per garantire continuità operativa nonché, in prospettiva, un’occasione di rilancio per l’azienda.
In questo periodo di crisi le aziende hanno avuto la dimostrazione che il digitale le rende più resilienti, offrendo loro la capacità di adattarsi meglio e più velocemente a nuovi contesti.
Ecco perché in molte aziende si pensa di rendere stabile, almeno per una buona parte della forza lavoro, lo smart working.
Si sente la necessità di consolidare le proprie strategie digitali, rafforzando ulteriormente le infrastrutture, adattando i processi, formando le persone, incrementando la sicurezza e, quindi, pianificando nuovi investimenti, seppur non nell’immediato.