C’è tempo fino al 15 agosto per presentare la domanda di regolarizzazione rapporti di lavoro nero nell’agricoltura, nell’assistenza alla persone e nel lavoro domestico in base alle norme inserite nel decreto Rilancio. Nel caso in cui il datore di lavoro sia una persona non autosufficiente, non è necessario possedere il requisito minimo di reddito di 20 o 30mila euro previsto dalle norme.
Tutte le indicazioni, aggiornate con le novità e le modifiche introdotte nelle ultime settimane, sono contenute nelle FAQ pubblicate sul sito del ministero dell’Interno. Le quali recepiscono, fra le altre cose, la proroga stabilita dal CdM che allunga dal 15 luglio al 15 agosto la scadenza per presentare le domande.
Il riferimento legislativo è l’articolo 103 del dl Rilancio (dl 34/2020), che introduce la regolarizzazione lavoro nero. Si applica, lo ricordiamo, a tre specifici settori:
- agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;
- assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorchè non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza;
- lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare.
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Prima di presentare la domanda, il datore di lavoro deve concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale ovvero dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o stranieri.
Le domande si presentano allo Sportello Unico per l’immigrazione, le modalità sono contenute nel decreto del ministero dell’Interno del 27 maggio 2020 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 maggio). La presentazione avviene in forma telematica, utilizzando l’applicativo disponibile su https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/. A questo indirizzo è presente un Manuale che si può consultare per eseguire la procedura correttamente. La dichiarazione di regolarizzazione può essere presentata tutti i giorni, dalle 7 alle 22: le FAQ sottolineano che non è necessario presentare l’istanza con urgenza, perché non c’è un limite massimo di domande accoglibili.
In base ai dati del ministero, allo scorso 15 giugno erano state presentate 23mila 950 domande, nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 90%) relative al lavoro domestico.
E’ previsto il pagamento forfettario di 500 euro per ciascun lavoratore che viene regolarizzato. Il pagamento va effettuato prima della presentazione della domanda, utilizzando il modello F24 con elementi identificativi, utilizzando il codice tributo “REDT“.
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Sono previsti requisiti reddituali per i datori di lavoro: 30mila euro, oppure 20mila euro per i datori di lavoro domestici single, 27mila euro per i datori di lavoro domestici con nucleo familiare composto da più di una persona. Attenzione: qui c’è una semplificazione, sottolineata dalle FAQ ministeriali. Se il datore di lavoro è una persona anziana non autosufficiente, non deve dimostrare il requisito di reddito: deve però avere il certificato medico dal quale risulti la limitazione dell’autosufficienza dovuta a patologie o handicap, indicandone gli estremi nella domanda. Se però il datore di lavoro è un familiare della persone assistita, deve dimostrare il requisito di reddito.