La combinazione tra face-to-face e smart working sta caratterizzando molti ambienti di lavoro in seguito al termine del lockdown e alla riapertura delle attività. Con il rientro in ufficio, infatti, molte aziende sono chiamate ad affrontare una nuova realtà professionale resa possibile grazie alle nuove tecnologie e ai dispositivi mobile, risorse in grado di offrire innumerevoli vantaggi ma anche di generare possibili pericoli per la sicurezza delle informazioni aziendali.
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L’importanza di proteggere questo genere di dati, quindi, diventa prioritario. Secondo Check Point, ad esempio, le aziende dovrebbero implementare una strategia di sicurezza informatica basata su alcuni pilastri basilari:
- segmentare l’accesso alle informazioni, evitando un’eccessiva “libertà” di consultazione dei dati aziendali che rappresenta un rischio soprattutto se si considera l’accesso non centralizzato, ma attuato da diverse sedi e attraverso molteplici dispositivi;
- proteggere i dispositivi mobile, tenendo conto del fatto che il lavoro a distanza comporta una situazione multi-dispositivo che impone misure di protezione contro qualsiasi minaccia informatica anche per i dispositivi portatili;
- insegnare ai dipendenti a prevenire gli attacchi informatici, investendo nella formazione e facendo capire ai collaboratori che azioni quotidiane come l’apertura di un’e-mail o il click su un link possono favorire l’accesso di un cybercriminale;
- utilizzare sistemi di comunicazione sicuri, ad esempio rendendo sicure le applicazioni di videoconferenza anche implementando un sistema di password per accedere alla riunione;
- ottimizzare gli strumenti di sicurezza, tenendo conto di minacce informatiche di tipo Gen V ma anche di una nuova generazione di attacchi che si distinguono per essere sempre più sofisticati e in grado di evitare qualsiasi misura di sicurezza.