Le PMI che hanno ottenuto i prestiti fino a 25mila euro del Liquidità imprese non possono ancora chiedere l’adeguamento alla nuova normativa, aggiornata dalla legge di conversione del decreto, per concordare un finanziamento fino a 30mila euro ed un periodo di ammortamento di dieci anni: anche se la legge 40/2020 è in vigore (con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 6 giugno) ci vuole prima il via libera della commissione UE.
Nel frattempo si registra un’accelerazione nelle istruttorie da parte delle banche ma restano criticità. Lo conferma Bankitalia (in audizione parlamentare Paolo Angelini, capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia), che ha inviato specifiche comunicazioni agli istituti di credito che registrano maggiori ritardi nell’erogazione dei prestiti.
In media, il tasso applicato a questi finanziamenti (fino a 25mila euro) è dell’1,2%, ci sono punte dell’1,9% che però riguardano una percentuale molto bassa di operazioni (circa l’1% del totale). Vediamo tutto.
Prestiti garantiti: le novità
Le novità introdotte dalla legge di conversione del dl Liquidità Imprese sono sintetizzate da apposita circolare ABI.
- Durata del finanziamento da 6 a 10 anni (il preammortamento resta di 2 anni);
- Tetto massimo da 25mila a 30mila;
- Importo del prestito pari alternativamente al 25% del fatturato 2019 (ultimo bilancio o dichiarazione fiscale e adesso anche autocertificazione) oppure (novità) al doppio della spesa salariale 2019 o dell’ultimo anno disponibile;
- Tasso d’interesse: Rendistato con durata analoga al finanziamento, maggiorato dello 0,20%;
- Garanzia al 100% anche per agenti di assicurazione, subagenti di assicurazione e broker iscritti alla rispettiva sezione del Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi.
=> Prestiti garantiti al 100% fino a 30mila euro
Adeguamento prestiti già concessi
La legge prevede la possibilità di chiedere un adeguamento dei finanziamenti già concessi alle nuove condizioni di durata e di importo. Esempio: un’impresa che ha ottenuto 25mila euro con restituzione in sei anni può chiedere alla banca l’adeguamento a 30mila euro e l’allungamento dell’ammortamento a dieci anni. Sempre che rispetti i criteri previsti per il calcolo dei tetti massimi. Questa possibilità però non è ancora completamente operativa: l’ABI segnala che bisogna attendere l’autorizzazione della Commissione europea, i chiarimenti operativi e gli adeguamenti della modulistica e delle procedure informatiche da parte del Fondo di Garanzia PMI. Ma i tempi dovrebbero essere relativamente brevi.
Concessione prestito
In tutto, le domande al Fondo di Garanzia sono state 573.112, pari ad un importo di circa 27,7 miliardi di euro. All’8 giugno risultavano complessivamente accolte 545.586 operazioni, di cui 542.815 ammesse ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’. Per i prestiti fino a 25mila euro sono state presentate finora oltre 5oomila domande, per un importo di oltre 10 miliardi di euro (è il finanziamento più gettonato).
=> Prestiti PMI, come consultare lo stato delle operazioni
In generale, stanno migliorando anche le tempistiche per la concessione dei prestiti in base agli ultimi dati della task force governativa. Angelini, nell’audizione parlamentare ha ricordato che parte dei ritardi accumulati si spiegano con «la novità e la complessità dei processi di erogazione, insieme con le difficoltà derivanti dal gestire una mole eccezionale di richieste in condizioni rese disagiate dalla necessità di svolgere gran parte delle attività da remoto». In ogni caso, la Banca d’Italia ha inviato «una comunicazione a un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni in rapporto alle richieste ricevute inferiore al valore mediano del sistema», chiedendo «informazioni sulle cause dei ritardi e, pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti, richiediamo loro di attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze».
Tassi d’interesse
Per quanto riguarda i tassi, la media applicata ai finanziamenti fino a 25mila euro è pari all’1,2% (per le altre operazioni, invece, il tasso medio sale al 2,4%): «non manifestano elevata variabilità tra aree geografiche o settori d’impresa. Una variabilità più accentuata, ancorché modesta, si registra tra classi dimensionali (il tasso aumenta, seppur di pochi centesimi, con la dimensione del debitore) e per rischiosità (le imprese con una situazione iniziale di bilancio più solida pagano circa 20 centesimi in meno rispetto alla media).