Fra gennaio e aprile il fatturato degli ingegneri ha subito un calo del 24% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nello stesso lasso di tempo, l’attività professionale è diminuita del 60% e, per tre ingegneri su quattro, il volume d’affari ha subito una perdita che ha superato il 30%. La percentuale di coloro che ha chiuso il periodo in positivo è pari solo al 9%.
A scattare una foto dettagliata è un’indagine sugli iscritti all’Albo degli Ingegneri realizzata dal Centro Studi CNI, documento che mette in luce come le previsioni per il futuro non siano incoraggianti. La metà dei professionisti intervistati, infatti, teme che in assenza di provvedimenti efficaci da parte dello Stato varati nei prossimi due mesi, la liquidità disponibile sarà insufficiente e questo potrebbe portare inevitabilmente a una chiusura degli studi professionali.
Stando agli esiti dell’indagine, il 77% degli ingegneri ha lavorato su commesse acquisite prima della crisi e solo il 13% ha proposto nuovi progetti a committenti privati, mentre solo il 10% ha tentato di lavorare su gare pubbliche.
Il CNI ha inoltrato al Governo diverse proposte:
- rimodulazione straordinaria aliquote fiscali;
- aumento detrazioni spese per attività professionale;
- indennizzi una tantum per professionisti ordinistici;
- semplificazione accesso al credito agevolato;
- innalzamento massimale di prestito per liberi professionisti con Fondo Garanzia PM;
- incentivi a fondo perduto per liberi professionisti analoghi a quelli per PMI;
- termine perentorio di pagamento dei debiti PA;
- eliminazione ritenuta d’acconto per chi fatturano elettronicamente;
- incentivi ristrutturazioni edilizie e messa in sicurezza di edifici più accessibili;
- semplificazione norme su appalti pubblici.