Fino a martedì 2 giugno si può circolare solo all’interno della propria Regione mentre dal 3 giugno potrebbero aprirsi anche le frontiere regionali. Il condizionale è d’obbligo perché, con provvedimenti del Governo, potrebbero essere decise limitazioni e individuate nuove “zone rosse“ da tenere in lockdown in ottica anti-Coronavirus. Diversamente, riprenderà la libera circolazione in tutta Italia e saranno consentiti gli spostamenti tra diverse regioni senza autocertificazione., ancora necessaria a motivare «ragioni di lavoro, assoluta urgenza o motivi di salute propri o di un parente stretto che ne abbia necessità», come sottolinea il Governo nelle sue FAQ.
Regole e calendario spostamenti
Le regole sono quelle fissate dal dl 33/2020, in base al quale:
Fino al 2 giugno 2020 sono vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza (articolo 1, comma 2).A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 19 del 2020, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.
Il Governo specifica che i provvedimenti che potranno limitare gli spostamenti tra regioni possono essere solo Dpcm (Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri ) e ordinanze del Ministro della Salute. In altri termini, le Regioni non possono autonomamente chiudere le proprie frontiere o stabilire limitazioni agli ingressi relative alla provenienza regionale.
Detto questo, il dibattito su come attuare la riapertura dei confini regionali è acceso. In primo luogo, non si esclude (anche se improbabile) uno slittamento per tutti della riapertura rispetto alla data attualmente identificata del 3 giugno. In secondo luogo (e qui si scalda il clima del confronto) si discute come attuare la riapertura dal 3 giugno, ovvero se introdurre o meno limitazione riferite ad alcune regioni in relazione ai dati sul contagio.
Fra le proposte, quella di una sorta di passaporto sanitario, da chiedere ad esempio ai turisti: proposta dal governatore della Sardegna, Christian Solinas, non raccoglie il favore dei colleghi delle altre Regioni, oltre a sollevare dubbi di incostituzionalità. Ci sono però posizioni differenti sul come riaprire, con posizioni particolarmente prudenti ad esempio da parte di Campania e Sicilia, preoccupati per i rischio di diffusione del contagio.
Spostamenti all’estero
Dal 3 giugno saranno consentiti gli spostamenti per i seguenti Stati:
- Stati membri dell’Unione Europea (oltre all’Italia, sono Stati membri della UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria).
- Stati parte dell’accordo di Schengen (gli Stati non UE parte dell’accordo di Schengen sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera);
- Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord;
- Andorra, Principato di Monaco;
- Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.
Dal 3 giugno le persone che entrano o rientrano in Italia da questi Paesi non saranno più sottoposte a sorveglianza o quarantena a meno che non abbiano soggiornato in Paesi diversi nei 14 giorni precedenti.