Mi è stata rifiutato il bonus di 600 euro perché, pur iscritto in gestione separata, non risulto titolare di rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. Non mi sembra che si parli della necessità di contratti per vedersi riconosciuta l’indennità. Corretto?
Ci sono due fattispecie previste per gli iscritti alla gestione separata INPS: la titolarità di partita IVA già attiva al 23 febbraio 2020, oppure la titolarità di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In parole semplici, se lei (come mi pare di capire) è un collaboratore ma non ha la partita IVA, per avere diritto al bonus deve avere un regolare contratto che attesti questo ruolo.
La norma di riferimento è l’articolo 27 del Cura Italia (dl 18/2020) che, per quanto riguarda i rapporti parasubordinati, riconosce il bonus di 600 euro ai «lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa». Si tratta di uno specifico rapporto di lavoro, previsto dall’articolo 409 del codice di procedura civile, regolamentato da diverse norme via via modificate nel corso degli anni. In ogni caso, si fa riferimento alla contrattazione collettiva.
Mi pare quindi che l’interpretazione dell’INPS sia corretta, nel senso che se non risulta formalmente il rapporto che tecnicamente si definisce di parasubordinazione la prestazione si configura in modo diverso (ad esempio, come collaborazione occasionale). Il professionista può comunque avere diritto all’indennità, ma in questo caso deve però avere la partita IVA.
Provi a verificare l’eventuale diritto a un’altra indennità, prevista dall’articolo 44 del Cura Italia, finanziata dal cosiddetto Fondo di ultima istanza.
Nel suo caso è versata comunque dall’INPS, essendo lei iscritto alla gestione separata. Questa indennità, sempre di 600 euro, tutela i lavoratori dipendenti e autonomi esclusi dagli altri bonus di marzo.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz