Nuovo decreto legge COVID-19 approvato in CdM ed illustrato dal Premier, Giuseppe Conte: il Governo accelera sulla fase 2 e concede più flessibilità alle Regioni sulle misure di lockdown. Dal 18 maggio scatta dunque la riapertura non solo di tutti i negozi ma anche bar e ristoranti, centri estetici e parrucchieri, nonché libertà di spostamento entro i confini regionali, senza più autocertificazione. In base all’andamento del contagio, le Regioni possono poi prendere decisioni specifiche in accordo con il Ministero della Salute (più o meno severe), mentre i sindaci possono disporre particolari misure di sicurezza per determinate zone se ritengono che non sia possibile rispettare le normative di sicurezza anti Covid 19.
Il nuovo calendario
Il decreto delinea il quadro normativo nazionale nell’ambito del quale, fino al 31 luglio 2020, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali. Vediamo prima in sintesi la roadmap delle aperture (consentite sempre e solo purché non vi siano peggioramenti della curva dei contagi tali da ritenere opportuno, a livello regionale, un ritorno a misure contenitive) e poi le misure in dettaglio.
- 18 maggio: possono riaprire negozi, servizi di cura alla persona, bar e ristoranti, stabilimenti balneari, uffici pubblici e musei; possono riprendere le funzioni religiose e le riunioni (sempre mantenendo le distanze di sicurezza anti-Covid-19); si può uscire senza restrizioni particolari sulla destinazione entro i confini regionali (salvo disposizioni locali per aree a rischio) o sugli incontri, non serve più l’autocertificazione.
- 25 maggio: possono riaprire – previa autorizzazione regionale – anche palestre, piscine e centri sportivi.
- 15 giugno: possono riaprire cinema e teatri, partono i servizi mirati con offerte ricreative per i bambini.
- 3 giugno: ci si può spostare tra regioni diverse, previa conferma del trend in calo sui contagi e con la possibilità di imporre restrizioni per aree a rischio; sono ammessi i viaggi all’estero e gli ingressi in Italia senza quarantena preventiva (con le consuete possibili disposizioni specifiche certe aree e nel rispetto delle misure restrittive internazionali e comunitarie che ad esempio limitano gli ingressi in alcuni paesi esteri dall’Italia; gli spostamenti tra Città del Vaticano o San Marino e le regioni confinanti non sono soggetti a limitazioni.
=> Attività economiche e produttive: linee guida per la riapertura
In generale, continuano a essere vietati gli assembramenti in luoghi pubblici e gli eventi con presenza di pubblico si svolgono sempre in linea con il trend dei contagi. Ai sindaci resta consentito limitare l’accesso alle aree dove non è possibile garantire il distanziamento fisico.
Aperture
Per quanto riguarda la riapertura degli esercizi commerciali, la regola dal 18 maggio (nuova fase 2 Coronavirus) è la seguente: non rileva la tipologia di attività, ma il rispetto dei protocolli. Quindi, non ci sono più specifiche misure di lockdown riferite ai diversi settori (ad esempio, divieto per bar e ristoranti), ma regole che bisogna rispettare, quale che sia l’attività, per la sicurezza anti-Covid.
In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale.
Per ogni singolo settore (ristorazione, centri estetici), ci sono comunque specifici regolamenti normativi, messi a punto sulla base delle linee guida INAIL. Per fare un esempio, bar e ristoranti possono riaprire dal lunedì 18 maggio come tutti gli altri esercizi commerciali assicurando la giusta distanza fra tavoli e fra commensali (INAIL suggerisce almeno due metri tra tavoli e quattro metri quadrati per ogni cliente, ma in base al protocollo unico nazionale concordato con le Regioni, la distanza di sicurezza tra commensali è scesa ad un metro) e tutte le altre regole previste per la fase 2. Stesso discorso per le varie tipologie di attività, come parrucchieri e centri estetici.
Attenzione: è utile controllare sempre quali sono le regole specifiche nella propria Regione, perché gli enti locali possono prevedere protocolli specifici, diversi da quelli nazionali (che devono comunque essere rispettati). E’ quindi possibile che le Regioni prevedano regole più severe per la riapertura: le relative delibere sono sempre pubblicate sul portale. Ma (e qui sta la novità rispetto a prima) gli enti locali possono anche allentare le misure previste dal Governo, purché sulla base di specifici protocolli, anche relativi al monitoraggio dei contagi.
=> Regioni: linee guida anti-Covid per la riapertura
Le attività didattiche e formative di ogni tipo restano da svolgersi con le modalità definite con il provvedimento adottato ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020. Significa che resta confermata la sospensione in presenza, fino al 31 luglio, di tutte le attività che continuano a svolgersi in remoto.
Spostamenti
Dal 18 maggio gli spostamenti tornano liberi all’interno della stessa regione. Quindi, a meno che non si varchi un confine regionale, niente autocertificazione. E decadono tutte le attuali limitazioni, per cui sarà possibile far visita agli amici oltre che ai parenti. Restano ovviamente tutte le misure di sicurezza relative al distanziamento sociale e all’obbligo di mascherina.
Lo Stato o le Regioni potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale, relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica.
Fino al 2 giugno 2020 restano vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui ci si trova, così come i viaggi all’estero, se non per le consuete motivazioni. Compatibilmente con i dati relativi alla diffusione del contagio, dal 3 giugno sarà possibile anche spostarsi fra diverse regioni (sia usando la propria auto, sia con i mezzi pubblici). Libertà, dunque, di raggiungere le seconde case. Che invece, dal 18 maggio si possono raggiungere solo se si trovano all’interno della regione. E’ comunque sempre possibile tornare nella propria abitazione spostandosi sull’intero territorio nazionale.
Infine, resta l’obbligo di restare a casa per le persone in quarantena. Il mancato rispetto di regole su spostamenti e protocolli di sicurezza comporta il pagamento delle sanzioni già previste.