La settimana appena iniziata è decisiva per mettere a punto una strategia definitiva per la fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Nel frattempo, pur essendoci in campo tante ipotesi di lavoro, restano molti interrogativi. Una linea di fondo inizia ad emergere: più che il quando, è decisivo il come. A partire dal 4 maggio (o forse anche la settimana prima, per alcuni settori) sembra molto probabile che ci saranno le prime aperture, con una allentamento quindi delle attuali misure di contenimento. Ci sono due priorità: far ripartire l’economia, e salvaguardare la tenuta sociale valutando adeguatamente l’impatto sulla popolazione esercitato da due mesi di misure restrittive davvero stringenti. Il tutto, senza mettere a rischio i risultati fino ad ora raggiunti sul fronte della lotta al Coronavirus, con il rallentamento della curva dei contagi.
Innanzitutto, bisogna decidere se la ripartenza sarà omogenea su tutto il territorio nazionale o se verranno decisi degli scaglionamenti basati, ad esempio, sull’andamento dei contagi, che è molto diverso nelle varie regioni. Non è chiaro nemmeno in che modo possano, eventualmente, essere decise partenze differenziate territorialmente: lasciando alle Regioni la possibilità di prevedere misure più restrittive di quelle del governo, oppure prendendo le decisioni a Roma.
A questo proposito, segnaliamo un report dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica, in base al quale le ultime due regioni a sconfiggere il Covid 19 saranno la Lombardia e le Marche, dove l’azzeramento del contagio potrebbe arrivare non prima di fine giugno (in base a proiezioni sull’andamento a parità di condizioni, quindi con lockdown immutato). Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna potrebbero raggiungere il contagio zero persino a fine aprile. Le altre regioni vedono date scaglionate lungo il mese di maggio. Si tratta, lo ripetiamo, di calcoli del tutto teorici, basati su modelli, e che per di più non tengono conto dell’impatto che sulla diffusione del contagio potranno avere le eventuali riaperture della fase 2. In ogni caso, ecco la tabella relative a tutte le regioni:
In secondo luogo bisogna capire quali attività far riprendere subito e quali invece far aspettare di più. E anche in questo senso, quali criteri scegliere per stabilire le priorità. C’è l’ipotesi di partire da moda, mobile ed edilizia, forse anche nell’ultima settimana di aprile. Su questo fronte prosegue il lavoro della task force guidata da Vittorio Colao nella classificazione del rischio delle diverse attività (che in base alle anticipazioni considera a rischio basso tutte le attività manifatturiere).
Ma c’è anche la necessità, ribadita da più parti, di un ripensamento dei modelli organizzativi, della vita sociale e di quella lavorativa. Molto probabilmente, in tutte le filiere, si continuerà a privilegiare lo smart working per tutte le attività in cui è possibile applicarlo. Per le attività che invece prevedono la presenza fisica, come la manifattura, continueranno a valore le misure di sicurezza previste dal protocollo Governo parti sociali del 14 marzo (distanziamento postazione, protezioni individuali, igienizzazione), ma non solo.
Una strada perseguibile è ripensare gli orari di lavoro, per evitare le ore di punta. Quindi, orari differenziati per i dipendenti negli uffici, nei luoghi produttivi e per la riapertura dei negozi. Fra le diverse ipotesi emerse in questi giorni: aperture distribuite su sette giorni e non su cinque o sei, orari notturni. Ripensamento degli orari anche dei mezzi pubblici, che garantisca la possibilità del distanziamento fra le persone. Magari uno stimolo (misura forse di più lungo periodo) a nuove forme di mobilità urbana.
Un utile riferimento sulla prevenzione, sia nei luoghi di lavoro sia nelle case, è il rapporto del Gruppo di Lavoro ISS Ambiente e Qualità dell’Aria Indoor dell’INAIL: garantire ricambio d’aria in tutti gli ambienti, attenzione alle pulizie quotidiane (soprattutto su porte, maniglie, finestre, tavoli, interruttori della luce, servizi igienici, rubinetti, lavandini, scrivanie, sedie, cellulari, tastiere, telecomandi, stampanti). Importanti il ricambio d’aria e la sanificazione nei luoghi dove sono ubicati distributori automatici di bevande. Misure particolari di igiene e manutenzione vanno dedicati agli impianti di riscaldamento, piuttosto che (in vista della fase 2) di ventilazione.
Le ipotesi inizieranno a diventare più concrete nel corso di questa settimana. Un appuntamento importante è previsto per mercoledì 22 aprile, con l’intervento del premier, Giuseppe Conte, alla conferenza Stato Regioni, che potrebbe essere il momento in cui presentare la strategia di fondo del Governo.