Le piccole e medie imprese possono chiedere sia i prestiti garantiti dal Fondo centrale di garanzia PMI sia quelli coperti da SACE: entrambe le operazioni sono previste dal decreto liquidità imprese, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 9 aprile. Sono però diverse le condizioni e le regole applicate alle due tipologie di finanziamento, che ricordiamo possono essere erogati alle Partite IVA.
Prestiti con Fondo Garanzia PMI
Per le PMI lo strumento fondamentale è il Fondo di Garanzia, rifinanziato (con 1,7 miliardi di euro) e per tutto il 2020 accessibile con regole semplificate e meno paletti. Il riferimento è l’articolo 13 del decreto 23/2020.
In considerazione dell’emergenza Coronavirus, fino al 31 dicembre 2020, questi prestiti sono concessi a imprese fino a 499 dipendenti. La garanzia è gratuita (senza commissioni): le imprese pagano solo gli interessi sul finanziamento. L’importo massimo è 5 milioni di euro (ci sono comunque vincoli di fatturato). La garanzia è al 90%, ma fino a 800mila euro può salire al 100% con l’intervento dei Confidi. I prestiti fino a 25mila euro sono coperti al 100%, hanno costi bassi e sono concessi automaticamente, senza valutazioni creditizie da parte della banca.
Prestiti garantiti SACE
Se una PMI ha già chiesto e ottenuto prestiti fino a 5 milioni di euro coperti da Fondo Centrale di Garanzia (o comunque il finanziamento massimo disponibile in base alle proprie caratteristiche), può chiedere un nuovo prestito con la garanzia di SACE. Questi ulteriori prestiti sono regolamentati dall’articolo 1 del decreto e seguono quindi regole diverse ma anche in questo caso si tratta di prestiti a 6 anni.
L’importo massimo è pari al 25% del fatturato 2019 oppure al doppio dei costi di personale. La garanzia è al 90% per le imprese fino a 5mila dipendenti e fatturato fino a 1,5 miliardi di euro, all’80% se il numero di dipendenti è superiore a 5mila oppure il fatturato è fra 1,5 e 5 miliardi di euro, al 70% per chi ha ricavi sopra i 5 miliardi. Anche in questo caso, i tassi sono inferiori di quelli normalmente applicati, ma si pagano le commissioni sulla garanzia (che quindi non è gratuita come quella del Fondo PMI).
Il decreto prevede di coprire con la garanzia SACE prestiti per 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi di euro destinati prioritariamente a PMI (sempre a condizione che abbiano già esaurito al propria quota di prestiti coperti dal Fondo Centrale di garanzia) e Partite IVA (autonomi e professionisti), equiparate alle piccole e medie imprese.
Importante: ai fini dell’ammissione ai prestiti SACE, le PMI sono definite in base alle norme europee, quindi imprese fino a 250 dipendenti e fatturato annuo fino a 50 milioni di euro oppure, fermo restando il numero dei dipendenti , totale di bilancio annuo fino a 43 milioni di euro.
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Significa che le piccole imprese si appoggeranno prima al Fondo PMI e soltanto dopo a SACE, mentre le medie imprese tra 250 e 499 dipendenti direttamente a quest’ultimo soggetto. Quindi, per queste imprese non dovrebbe valere il vincolo di primo ricorso al Fondo PMI ne il plafond limitato ai 30 mld. Riassumendo:
- Partite IVA e PMI fino a 250 dipendenti e ricavi fino a 50 mln o totale di bilancio fino a 43 mln: chiedono prioritariamente il prestito garantito dal Fondo di Garanzia PMI, quando esaurita la quota spettante di finanziamento accedono al prestito garantito da SACE; almeno 30 dei 200 miliardi totali andranno a queste imprese.
- PMI da 250 a 499 dipendenti: fino al 31 dicembre 2020 hanno accesso ai prestiti coperti dal Fondo di Garanzia PMI ma possono accedere anche a prestiti garantiti da SACE senza aver già utilizzato i primi; non sono comprese nel plafond preferenziale (ma limitato) dei 30 miliardi di garanzie riservati alle PMI come sopra definite.
- Imprese sopra i 500 dipendenti: non possono chiedere i prestiti coperti dal Fondo PMI ma quelli garantiti da SACE.