L’emergenza Coronavirus ha stravolto praticamente ogni aspetto della vita personale e professionale dei cittadini italiani e dei paesi coinvolti dalla pandemia globale. Le regoole e le nuove misure restrittive attuate dal Governo per cercare di contenere il diffondersi del contagio da COVID-19 sono ormai entrante nella nostra quotidianità, insieme all’abitudine di indossare mascherine, guanti e dispositivi di protezione individuale (DPI) nel caso in cui si abbia la necessità di uscire di casa, per fare la spesa e per le altre motivazioni di urgenza e necessità previste dalla normativa vigente, compreso l’andare a lavorare, nel caso in cui si svolgano attività indispensabili e necessarie per il sistema paese.
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Anche quando l’allarme COVID-19 diventerà meno pressante e l’Italia uscirà dall’attuale lockdown dell’Italia dovremo continuare a convivere con queste misure precauzionali, per evitare un’ondata di ritorno del Coronavirus, quindi bisognerà continuare ad evitare assembramenti, mantenere la distanza di sicurezza di 1-1,5 metri, indossare anche nei luoghi di lavoro mascherine omologate (con certificazione CE almeno FFP2) e guanti.
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Ma proprio la carenza di DPI idonei a bloccare il virus, in particolare mascherine facciali protettive, rappresenta attualmente una delle principali preoccupazioni in tutto il mondo. Il capo della protezione civile ha ripetutamente lanciato l’appello alle aziende: servono più mascherine, soprattutto per il personale sanitario e per chi è impegnato in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, e mancano anche respiratori per i malati in terapia intensiva.
Ecco perché ci sono tante imprese che hanno deciso di rispondere all’appello e dare il proprio contributo, riconvertendo il proprio business e e le proprie fabbriche per produrre mascherine e non solo. E l’elenco si allunga ogni giorno.
Tra l’altro le aziende italiane che stanno riconvertendo la propria produzione per realizzare mascherine e fronteggiare l’emergenza Coronavirus oggi possono anche contare anche su un aiuto da parte di Invitalia, previa presentazione di apposita domanda. Lo stanziamento è pari a 50 milioni di euro ed è destinato anche alle aziende che si stanno impegnando per fornire alti prodotti utili nella lotta contro il virus, come i fondamentali respiratori polmonari, gel disinfettanti, occhiali, camici e tute di sicurezza.
Mascherine: le aziende che si sono riconvertite
Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, la filiera della moda e il settore tessile si sono da subito messi a disposizione, anche grazie all’accordo annunciato da Confindustria Moda e Cna Federmoda volta a fornire tessuto-non-tessuto (Tnt) e riconvertire la produzione in quella di mascherine per portare la produzione da 350mila a 1,45 milioni al giorno nel giro di 3 settimane. Il 15% delle aziende del circuito moda ha già aderito all’iniziativa.
Tra i brand che hanno già deciso di destinare parte delle proprie linee produttive alla causa troviamo:
- Prada, che dal 18 marzo ha avviato la produzione di 110 mila mascherina per fornire il personale sanitario della Regione Toscana;
- Gucci (gruppo Kering) che finora ha già donato 1,1 milioni di mascherine;
- parte degli impianti del Gruppo Zegna in Italia e in Svizzera;
- Klopman, che ha avviato la produzione di 700 mila mascherine protettive al mese, sterilizzabili e riutilizzabili fino a 50 volte;
- Herno, che si è posta l’obiettivo di produrre circa 10.000 camici al mese e 25.000 mascherine, che andranno rifornire in particolare l’ospedale di Verbania (Lago Maggiore);
- Miroglio di Alba (Cuneo);
- Calzedonia dal 23 marzo ha riconvertito alcuni dei propri stabilimenti (quelli di Avio (Trento) e Gissi (Chieti), e quelli in Croazia alla produzione di mascherine e camici, l’obiettivo è produrre 10 mila mascherine a settimana;
- Marzotto;
- Forall Pal Zileri;
- Brunello Cucinelli:
- la Miroglio, Fabbrica di Alba (Cuneo) che ha già prodotto 600 mila mascherine in due settimane e ha come obiettivo quello di arrivare a regime a produrre circa 75-100 mila mascherine al giorno;
- Geox;
- Valentino;
- H&M;
- Moschino;
- Bc Boncar di Busto Arsizio (Varese), azienda specializzata in packaging luxury per note case di moda nazionali e internazionali, ha avviato la produzione di mascherine per ospedali e amministrazioni (non presidi medici);
- Dreoni Giovanna, azienda attiva nel campo della tappezzeria per auto e dell’abbigliamento in tessuto tecnico, in due giorni ha riconvertito parte del proprio stabilimento per la produzione di 2.000 mascherine al giorno, certificate dal laboratorio Pontlab di Pontedera, da fornire agli operatori sanitari.
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Gel disinfettanti e respiratori: le aziende scese in campo
Menarini produrrà inoltre a Firenze gel disinfettante, 5 tonnellate a settimana da donare alle strutture e agli operatori. Il gruppo Davines, azienda cosmetica con sede a Parma, che ha già donato 50.000 unità di gel igienizzante mani. In questo ambito si stanno già muovendo alcune aziende del comparto spirits. Anche Bulgari ha deciso di produrre insieme al partner ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi), diverse centinaia di migliaia di flaconi di gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche.
Ventilatori polmonari: le aziende che stanno contribuendo
Per quanto riguarda i ventilatori polmonari, a produrli è Siare Engineering, con base a Crespellano, alla quale il Governo ha commissionato la produzione di 500 ventilatori al mese per quattro mesi, anche con il contributo di 25 tecnici specializzati dell’Esercito che stanno affiancando i soli 35 dipendenti dell’azienda del bolognese. Le consegne all’estero sono state interrotte e la produzione sarà destinata solo all’Italia.
A dare il contributo in questo ambito ci sono anche cinque aziende del Sud che producono componenti meccaniche ed elettromeccaniche per il mercato civile e militare dei maggiori player dell’aerospazio, della difesa e del settore navale, Ferrari e Fiat Chrysler che aiuteranno a produrre la componentistica e ad assemblare i respiratori prodotti da Siare. A Medolla (Modena) Eurosets ha quadruplicato la produzione di ossigenatori polmonari extracorporei, portandoli da 300 al mese a 1.200.
Imprese finanziate dal CuraItalia
Tra le imprese finanziate da Invitalia troviamo:
- SP PLAST Creating, intenzionata a riconvertire una linea produttiva per iniziare la produzione di mascherine chirurgiche e FFP2, modificando i macchinari esistenti con un nuovo stampo in alluminio;
- BLS Group che amplierà la propria capacità di produzione di mascherine FFP2 e FFP3 in tempi brevi, realizzando due nuove linee di produzione e aggiungendo un turno di produzione.
- CTExpertise che realizzerà 3 nuove linee produttive per mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3 standard e innovative e produrrà anche filtri autopulenti per condizionatori, sale operatorie e zone di terapia intensiva ad alto rischio batterico e virale;
- GVS – Filter Technology che riconvertirà l’attività dello stabilimento italiano con 3 nuove linee produttive per mascherine di tipo FFP3 e 1 nuova linea per il tipo FFP3 BIO HAZARD (ovvero la protezione più alta contro virus e batteri).