Il decreto approvato dal governo libera 200 miliardi di liquidità per le imprese e altrettanti per l’export, inoltre rifinanzia il Fondo Centrale di garanzia PMI. Il meccanismo di garanzie sui prestiti si articola in modo diverso a seconda delle dimensioni delle aziende. Per le piccole e medie imprese, lo strumento è il Fondo di Garanzia PMI, per le medie e grandi imprese, garanzia attraverso SACE.
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Sono le misure fondamentali (ma non le uniche) inserite nel decreto liquidità imprese che il consiglio dei ministri ha approvato lunedì 6 aprile, ennesimo provvedimento per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Contiene anche, fra le altre cose, nuove sospensioni fiscali (scadenze aprile e maggio) e una protezione dalle scalate (la cosiddetta golden power) per le imprese strategiche.L’esigenza di liberare liquidità per le imprese è al centro di questo decreto, al quale seguirà poi un successivo provvedimento (il decreto aprile) con nuove misure invece a sostegno di lavoratori dipendenti e autonomi (potenziamento ammortizzatori sociali e indennità). Vediamo tutto.
In tutto ci sono 200 miliardi di garanzie, per le imprese di tutti i tipi, che potranno arrivare al 25% del fatturato o al doppio del costo del personale. Per le PMI, interviene il Fondo centrale di garanzia, con prestiti fino a 5 milioni di euro. La garanzia è al 90%, ma può salire al 100% se intervengono i Confidi nel caso in cui il finanziamento richiesto sia fino a 800mila euro.
I tassi di interesse dovrebbero essere pari a zero. Ci sono una serie di semplificazioni che hanno l’obiettivo di velocizzare la concessione dei prestiti: fra le altre cose, in caso di richieste fino a 25 milioni di euro, non è prevista alcuna valutazione del merito di credito.
Quindi, ricapitolando:
- garanzia al 100% su prestiti fino a 25mila euro, senza valutazione del merito di credito;
- garanzia al 90% da 25mila a 800mila euro con valutazione del merito di credito, al 100% se intervengono anche i Confidi;
- garanzia al 90% da 800mila a 5 milioni di euro, con valutazione del merito di credito.
Per le grandi imprese invece la garanzia arriva da SACE (gruppo Cassa Depositi e Prestiti) e copre il 90% del finanziamento. Ci sono una serie di paletti: ad esempio, non possono chiedere il prestito le aziende che distribuiscono dividendi. Il decreto prevede anche proroghe fiscali, alle quali se ne aggiungeranno altre con il decreto aprile.
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Golden power
E’ una norma che tutela dalle scalate imprese considerate di interesse strategico nazionale. Oltre che agli eventuali tentativi di acquisizione dell’intera aziende, si estende anche agli acquisti di partecipazioni superiori al 10%. In parole semplici, esercitando la golden power il governo impedisce che si possano effettuare le operazioni sopra descritte, mettendo al riparo le imprese in questo periodi di emergenza Coronavirus (che fra le altre cose crea delle vulnerabilità all’azionariato determinato dai ribassi di borsa). Tutelato l’intero settore finanziario (in pratica, niente scalate a banche e assicurazioni) e anche energia, trasporti, l’alimentare, la robotica, la cybersicurezza. Lo strumento consente di esercitare la golden power anche per operazioni all’interno dell’Ue.