L’emergenza generata dalla diffusione del Coronavirus sta inevitabilmente impattando negativamente sul mondo del lavoro, soprattutto in seguito al blocco quasi totale delle attività economiche.
La chiusura decisa dal Governo per limitare i contagi sta mettendo a rischio moltissime professioni, tanto che secondo un’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – “Gli occupati in Italia ai tempi del Coronavirus” – ammontano a circa 3 milioni i lavoratori che si sono ritrovati da un giorno all’altro a casa: un milione di questi sono autonomi, mentre 1,9 milioni sono dipendenti per lo più addetti alle vendite.
Analizzando il report, si evidenzia come 7,9 milioni di occupati (il 35,2%) siano impegnati a erogare beni e servizi essenziali per la collettività, mentre 3,6 milioni (il 16% del totale) sono occupati in settori “a rischio chiusura” a causa del brusco crollo della domanda: si parla del turismo (372 mila occupati in servizi di alloggio e agenzie), dell’intermediazione immobiliare (149mila), delle costruzioni (1,3 milioni) e di alcune attività professionali di tipo tecnico.
Le attività dei servizi di ristorazione sono in cima alla classifica che riporta gli occupati che non possono lavorare in seguito alle disposizioni del Consiglio dei Ministri: