Tratto dallo speciale:

Coronavirus: verso aiuti economici e sostegno Ue

di Anna Fabi

9 Marzo 2020 18:56

Bruxelles autorizza l'Italia a fronteggiare l'emergenza Coronavirus, il MEF conferma nuove misure economiche in arrivo: numeri e stime dal mondo delle imprese.

Le spese per affrontare l’emergenza Coronavirus sono fuori dal deficit strutturale, quindi non creano problemi per il rispetto dei vincoli europei di Bilancio. La Commissione UE risponde positivamente alla richiesta italiana, inviata la scorsa settimana dopo l’approvazione del decreto da 7,5 miliardi per affrontare il coronavirus, annunciando anche propri interventi sia sul fronte dell’emergenza sanitaria sia su quella economica.

Intanto, il Governo italiano annuncia a sua volta nuovi provvedimenti di politica economica in arrivo. Vediamo tutto.

«Ci prepariamo a discutere nell’Ecofin della prossima settimana le azioni possibili a livello europeo, ed esploriamo tutte le possibilità della flessibilità contenuta nel Patto di Stabilità e le norme per gli aiuti di Stato in situazioni eccezionali», ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il 9 marzo, rispondendo a una domanda sugli effetti economici del Coronavirus.

Nei giorni scorsi, era arrivata al ministero dell’Economia la risposta UE, del Vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e del Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, alla richiesta italiana di scostamento dal deficit programmato: ringraziamento all’Italia e al popolo italiano, «che stanno contribuendo in modo considerevole a contenere la diffusione del Covid-19 nell’Unione Europea», a conferma del fatto che «le spese una tantum sostenute per far fronte alla diffusione dell’epidemia sono escluse per definizione dal calcolo del bilancio strutturale e non vengono prese in considerazione nella valutazione dell’adeguatezza dello sforzo di bilancio previsto in base alle regole attuali».

Ricordiamo che il Governo ha approvato uno scostamento di bilancio da 7,5 miliardi, che devono servire a finanziare nuove misure per fronteggiare l’emergenza.

Nel frattempo, c’è stata l’escalation che ha portato all’allargamento dell zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 11 importanti province del Nord (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia). Ed il successivo annuncio di Giuseppe Conte sulla estensione della zona a rischio a tutta l’Italia.

Ma in vista continua a esserci un provvedimento economico, con nuove misure per le imprese. Lo ribadisce il ministero dell’Economia.

L’esecutivo «sta approntando adeguate misure di sostegno a favore di lavoratori e imprese su tutto il territorio nazionale ed in particolare nei settori e nei territori più impattati. Si tratterà di un sostegno adeguato alle difficili circostanze di numerosi territori e volto a prevenire danni permanenti al tessuto produttivo dell’economia italiana e all’occupazione. Si utilizzerà per quanto possibile il lavoro agile e si rafforzeranno le misure di protezione dei lavoratori dal rischio di contagio», spiega il ministero.

Si tratta di interventi di politica economica con carattere emergenziale, ovvero «vigorosi ma commisurati alle esigenze e limitati nel tempo». In tempi rapidi, viene annunciato anche un pacchetto di misure dell’Unione Europea in coordinamento con l’intera comunità internazionale.

Il ministero dell’Economia sottolinea anche come le nuove misure di contenimento e prevenzione (l’allargamento della zona rossa dall’8 marzo al 3 aprile) sia «fondamentale non solo da un punto di vista sanitario ma anche da un punto di vista economico. Una flessione temporanea di attività in alcuni settori è infatti preferibile ad una crisi prolungata che rischierebbe di allargarsi a tutti i settori dell’economia attraverso effetti di domanda e offerta».

Non ci sono precisazioni sulle tempistiche del nuovo decreto, che tuttavia viene definito in preparazione, facendo pensare a tempi brevi.

Ricordiamo che nei giorni scorsi erano state arrivate un serie di anticipazioni: norme a sostegno di reddito e occupazione, potenziamento ammortizzatori sociali,misure a favore delle aziende e dei settori più colpiti, moratoria crediti alle imprese. Ricordiamo che ci sono tavoli aperti sia al ministero dello Sviluppo economico sia al ministero del Lavoro con le rappresentanza di imprese e lavoratori per raccogliere le varie richieste e mettere a punto le misure. Il Governo ha anche annunciato che sono attentamente considerate anche tutte le richieste che arrivano dalle opposizioni.

Segnaliamo che ABI (banche italiane) e imprese hanno intanto firmato un addendum all’accordo per il credito che consente la sospensione o l’allungamento dei prestiti ottenuti fino allo scorso 31 gennaio 2020. La sospensione della quota capitale dei mutui può arrivare fino a un anno, l’allungamento fino al 100% della durata residua dell’ammortamento.

Intanto arrivano nuovi dati dal mondo delle imprese: l’indagine realizzata da Confindustria attraverso un sondaggio online conferma l’impatto che l’emergenza sta avendo sull’attività imprenditoriale. Il 65% dei rispondenti ha registrato impatti sulla propria attività a causa della diffusione del Covid-19 in Italia (quindi, il dato non misura anche le conseguenze dell’epidemia in Cina), con punte del 70% in Lombardia e Veneto.

Come è facile intuire, ci sono settori in cui praticamente l’emergenza riguarda la totalità delle imprese (alloggio e ristorazione al 99%, trasporti al 100%). Problemi nel 60% dei casi per la manifattura, soprattutto nei settori dell’abbigliamento e della lavorazione dei pellami, della chimica e dell’elettronica. L’impatto è in genere sul fatturato, più raramente sulla produzione, anche se nel 20% riguarda entrambi questi fattori. Nella maggior parte dei casi, i danni fino ad ora riscontrati sono considerati trascurabili o gestibili, ma c’è un 17% di imprese che dovrà rivedere il piano aziendale, un 10% che già teme di non poter raggiungere gli obiettivi, il 5% ha già avviato la cassa integrazione.

Confesercenti segnala un peggioramento delle stime precedentemente fornite sul settore dei turismo e sui consumi in generale, stimando una perdita di 5 miliardi nel turismo nei primi mesi del 2020, a cui si aggiunge un calo di consumi pari a 1,5 miliardi. C’è anche una stima sul PIL, che senza inversioni di tendenza chiuderebbe con una calo dello 0,3%. A rischio, 30mila esercizi ed oltre 120mila posti di lavoro. L’associazione chiede, fra le altre cose, la dichiarazione dello stato di crisi per l’intero settore del turismo, un fondo di solidarietà dedicato finanziato al 50% con risorse europee.